1. L'avventura nel canneto


    Data: 12/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: gerva, Fonte: RaccontiMilu

    Quest�avventura risale alla scorsa estate. Me ne stavo seduto a leggere sotto un albero, in un parco vicino casa. Faceva molto caldo. A un certo punto mi sentii osservato. Sollevai lo sguardo. Un tipo continuava a fissarmi e, visto che mi ero accorto di lui, si mosse per abbordarmi. Si sedette sulla mia stessa panchina. Cominciammo a parlare. Ero in pantaloncini e maglietta, e non ci volle molto perché lui arrivasse a carezzarmi le cosce glabre. "Sei un bel morbidone" disse. "E tu sei un bel maschione" io replicai, ma dentro di me pensavo che dovevo esser prudente. Non mi erano mancate disavventure, e ciò mi consigliava maggior cautela di quella che, per una certa ingenuità di fondo, ero solito mettere in campo. Comunque, infine accettai il suo invito a seguirlo.La macchina era un vecchio cassone, un modello davvero antiquato, di quelli con la guida a destra e la leva del cambio al volante, lo specchietto retrovisore piazzato sul cruscotto. Aveva detto di chiamarsi Salim, o Selim, qualcosa di simile. Doveva essere un nordafricano. Era più basso di me, ma assai più robusto. Parlava un italiano discreto e doveva esser vero che si trovava, come mi assicurò, a Roma da parecchi anni. "Dove mi porti?" gli domandai. A casa sua, rispose. Disse di abitare vicino all�aeroporto. Parcheggiò sul margine di un canneto. Udivasi il rombo quasi continuo dei velivoli. Mi sospinse per un angusto sentiero. Arrivammo a una sorta di piccola radura ove si ergeva una struttura in pietra sottratta ...
    ... al degrado. Udivasi uno squittio di marmocchi altercare con l�ammonitrice timbro di una matrona. Alla costruzione principale era attaccata un�altra assai più piccola, forse una legnaia, o un deposito. Qui mi fece entrare. C�erano delle casse accatastate contro una parete. All�altro lato stava un giaciglio. Fece per riuscire ma disse di spogliarmi, nel frattempo. Obbedii. Lo sentii parlare con quelli di casa. Tornò reggendo un lenzuolo che distese sommariamente sul lettino. Serrò alla meglio la porta. Io deposi i pantaloncini, gli slip e la t-shirt su una cassa, scossi le infradito e mi coricai. Lo scrutai mentre pure lui si toglieva le braghe. Il suo cazzo ballonzolò minacciosamente a mezz�aria. "Fammi vedere il culo" disse. Obbedii e, prono, con il capo girato di lato lo osservai mentre si avvicinava. Cominciò a palparmi. Montò e mi forzò ad aprire le gambe. Lo sentii pronunciare qualche cosa nella sua lingua, in affanno per l�eccitazione. "Non farmi male" gli dissi. Trasse da sotto il letto una latta parzialmente scoperchiata. Ci scorsi una sostanza gelatinosa e biancastra. Ne raccolse un po� con l�indice e il medio della sinistra e me ne spalmò tra le natiche, nel foro, forzandolo. "Si�� mormorai. Aprii le gambe, offrendomi. Il giaciglio gemette quando pure lui ci montò sopra. Restò un poco ritto sulle ginocchia, tra le mie gambe. Con una mano continuò a prepararmi il culo, con l�altra a menarsi il cazzo. Nettò le dita unte sulla mia schiena. Lo sentii farsi più minaccioso. ...
«12»