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Due kebab in omaggio (scritto da fabrizio)
Data: 27/10/2018, Categorie: Tradimenti Autore: laurafabrizio
Tornavamo da una cena piuttosto salata e Elena aveva una sete infinita ma il tragitto verso casa non era ancora lungo. Era notte inoltrata e tutti i locali e i bar erano ormai chiusi tranne una kebaberia che frequentavamo spesso ancora illuminata ma con la serranda aperta solo per metà. Elena non ce la faceva più “Fab io non resisto vedo se è possibile comprare una bottiglia d'acqua”. “Ma stanno chiudendo...” non ascoltò la mia risposta e si precipitò senza neanche aspettarmi, si chinò per passare da sotto la serranda. Aveva una gonna ed una maglietta non molto scollata ma il movimento mise in risalto il suo seno sodo e il pizzo del reggiseno. Non feci in tempo a raggiungerla che la serranda fu chiusa violentemente. Riuscì solo a vedere di sfuggita le sagome dei due proprietari della kebaberia. Presi la serranda a pugni per farmi aprire e gridai per attirare l'attenzione ma non rispose nessuno e nessuno si affacciò per strada. Elena era spaventata, la sentivo urlare “Che fate?? Lasciatemi...” e gridava il mio nome mentre i due ragazzi la stringevano fra loro due toccandola. Poi il silenzio, anche questo durò poco. Cercai di spiare fra i fori della serranda: uno dei due uomini era dietro di lei e la cingeva con un braccio mentre con l'altra mano la toccava sotto la gonna in modo violento. L'altro era davanti e stringeva fra le mani i suoi seni ormai nudi, la maglietta era stata abbassata ed il reggiseno strappato. Elena gridava ancora a trattai ma senza ...
... dimenarsi, forse rassegnata. Presto le urla si trasformarono in leggeri gemiti. L'uomo dietro la mise prona su un tavolo, le alzò la gonna e le strappò le mutande mentre usciva dai pantaloni il suo pene già in erezione pronto alla penetrazione. Elena lanciò un gemito più forte e duraturo ma presto soffocato dall'altro uomo che fece altrettanto ma penetrando la sua bocca. Da quando iniziai a guardare dai fori della serranda non ero più riuscito a gridare o a sbattere i pugni sulla serranda, ero pietrificato e scioccato. Stavo assistendo ad uno stupro in piena regola e non sapevo come aiutare Elena, non riuscivo ad aiutare Elena...forse non volevo. Il modo in cui si era lasciata andare, quei gemiti mi avevano fatto pensare in maniera del tutto folle che la cosa le potesse piacere. Poi fu la realtà a venirmi in soccorso. Se nelle prime battute era stata piuttosto passiva piano piano iniziò ad essere intraprendente: in primo luogo iniziò a leccare per bene e succhiare con golosità il pene dell'uomo di fronte e ogni tanto si girava a guardare l'altro. Fino a farli mettere uno al fianco dell'altro per succhiare i due peni a turno e far dare il cambio per assaggiare un po' di tutto. E pensare che mangiavamo spesso da loro, chissà da quanto aspettavano quel momento, i loro modi gentili con lei, le battute, le avevo scambiato per pura gentilezza tipica fra venditore e consumatore abituale. Ero stravolto ma eccitato, in realtà poi mi resi conto che quando mi ero avvicinato correndo ...