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Con uno sconosciuto
Data: 29/10/2018, Categorie: Etero Autore: 1948
Vivevo da tre anni con Antonio. Un giorno ho scoperto che mi tradiva in continuazione. dato che viveva a casa mia, l'ho buttato fuori. Ho preso tutta la sua roba, l'ho messa sul pianerottolo e ho fatto cambiare la serratura. Ha cercato di scusarsi ma non ho voluto ascoltarlo.All'inizio ho pianto, poi la rabbia ha preso il sopravvento. Mi sono detta "Se è cosi, lo tradisco anch'io, con il primo che capita."Sono scesa in un bar sotto casa mia che sta aperto fino a tarda notte.Doveva essere circa l'una.Non ci andavo perché è frequentato da tipi un po’ loschi ed avevo paura frequentarlo non avendo la sicurezza che l’ambiente fosse tranquillo.Nello stato di rabbia in cui ero non ho dato peso a queste cose; non me ne fregava niente e di conseguenza entrai.Ho ordinato un whisky per darmi forza e cercare di riavere un minimo di buon umore. Poi un altro ancora. Non essendo abituata a bere mi sono sbronzata completamente in poco tempo.C’erano sia persone mature che mi guardavano e mi compiangevano commentando il mio stato e c’erano anche ragazzi.In particolare un ragazzo biondo, ne bello ne brutto che indossava dei jeans scoloriti e un giubbotto verdastro, mi ero accorta che mi guardava da un po’ di tempo.Vedendomi un po’ brilla si è avvicinato al mio tavolo.“Non beva cosi tanto” mi ha detto con voce che al momento mi è parsa dolcissima ” la farà star male peggio di quanto stia adesso. Posso sapere perché ha bevuto così tanto?”L’atteggiamento è di quelle persone che sembrano molto ...
... gentili, lui dava l’idea della persona non mi aspettavo di conoscere.Mi dicevo che forse ero fortunata perché, nonostante l'annebbiamento mentale dovuto dell'alcol, mi rendevo conto inconsciamente che potevo capitare con un ragazzo che mi avrebbe potuto far scopare dagli amici come fossi uno sborratoio o che mi avrebbe torturato anche insieme ad altre persone.Mi ha chiesto in modo carino ed educato se avessi bisogno di parlare per sfogare il dispiacere che avevo dentro.Mi son lasciata andare e gli ho dato fiducia raccontando tutta la storia.Restammo seduti al bar fino alla chiusura alla una del mattino.Nel sollevarmi dalla sedia mi sono resa conto che stavo in piedi a malapena e cercavo un appoggio.Lui mi ha detto, sempre molto gentile e dandomi del lei “Non può tornare a casa da sola, l’accompagno”“Ma noo!… abito qui sopra”Ma lui ha insistito ed allora ho ceduto alla sua gentilezza.Mi ha passato un braccio sotto l’ascella affinché non cadessi.Ogni tanto le sue dita mi palpavano una mammella non so se fosse perca so o perché lui approfittasse della situazione. Ubriaca com'ero dicevo a me stessa che era per tenermi più saldamente anche se la palpazione che lui faceva era veramente gradita.Entrati in casa mia mi sono precipitata in camera crollando sul letto.Giovanni, così si chiamava, mi ha seguito.Si è seduto sul bordo del letto. Lo sentivo respirare forte ansimando per la fatica fatta nel sorregermi.Mi ha tolto la maglia di lana.Ho sentito le dita della sua mano estrarre una ...