La mistress che piscia in bocca ai preti (cap 2)
Data: 31/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: PifferaioMagico
Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati, malefico Pifferaio? In verità quel giorno ho solo udito la tua voce. Sei entrato nell’ufficio del tuo amministratore delegato, mentre ero accovacciata sotto la sua scrivania a deliziarlo con un raffinato e pastoso pompino. Lui, perfido, ti ha detto: “Qui sotto, a prosciugare il mio cazzo, c’è una femmina che presto ti farò conoscere!”. Detto, fatto. La sera dopo ti ha invitato a quel ristorante internazionale su ai Parioli dove io - nascosta dalla tovaglia - ho tenuto i vostri cazzi in mano per tutta la durata della cena. Salvo poi raccogliere la vostra calda sborra nel calice dello champagne per il brindisi finale. Da quegli inizi, si capiva che eravamo affiatati, perlomeno a livello cerebrale. C’era sintonia nel discorrere di pratiche sessuali, tradizionali e perverse. Specialmente queste ultime, capivo, erano quelle che maggiormente ti facevano drizzare il poderoso membro che hai la fortuna di portare con te nei pantaloni. L’amministratore delegato di cui sopra, eccitato dall’idea che potevi sbattermi sulla sua poltrona presidenziale, aveva sponsorizzato l’idea che tu avessi una Escort con la E maiuscola. Una donna elegante, con vestiti attraenti e costosi, i gioielli al posto giusto e i tacchi alti portati con disinvoltura. Era fiero di condividere con te, il suo manager preferito, cotanto erotismo condito di troiaggini e perversioni assortite. Poi però abbiamo iniziato a frequentarci anche in sua assenza. Lui è un uomo ...
... anziano e cattolico di spirito: alle undici di sera preferisce mettersi al caldo nel suo letto familiare, per placare i sensi di colpa e dare riposo a quel corpo che inizia a farsi flaccido. Tu, invece, a mezzanotte ti svegliavi e - quando i tuoi familiari erano fuori per il weekend - mi portavi a casa tua per farmi indossare le mutandine di tua moglie e impalarmi nel culo per ore, come un venditore di cammelli dopo settimane nel deserto. Sono stata bene con te, in quei primi mesi mi scopavi anche nel buio dei cinematografi, proprio dietro i vecchietti che rischiavano l’infarto nel sentire i nostri gemiti di piacere. Poi il gioco si è fatto più duro. La posta si è alzata. E io ho deciso di accettare la sfida. Un giorno mi hai detto che nel fare la Escort “consumavo troppo la mia figa” (così mi hai romanticamente detto…) e che secondo te avrei dovuto “switchare” (anche questo hai detto!) la mia professione verso un asset più redditizio. Maledetto bastardo. Non era infatti la mia deliziosa vagina a starti tanto a cuore, quanto invece l’idea di trasformarmi in una Mistress. Il tuo obiettivo era avere una Padrona sempre a disposizione, con tanto di vestiti in lattice e attrezzature da dominatrice perversa. Figlio di puttana. Non so se per attrazione nei tuoi confronti, per spirito di condivisione erotica o per un istintivo richiamo verso nuovi orizzonti sessuali… Tant’è che un giorno ho deciso. Guardandomi allo specchio mi sono detta: “È finita l’era della sottomissione. Ora puoi ...