1. Il bar di periferia


    Data: 01/11/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: TheWonderbull, Fonte: Annunci69

    Evoman mi sorprende sempre........
    
    Anna aveva conosciuto Marco a una festa. Lei bella ragazza senza né arte né parte, lui ricco professionista affermato, che fin da subito l’aveva stregata e posseduta. Quello che Anna, però, non aveva immediatamente capito era quanto Marco fosse anche un gran figlio di puttana. Uno capace di essere dolce e romantico nei momenti giusti, tanto quanto porco e spietato a letto. Lei aveva ben presto imparato che la cosa migliore era stare ai suoi voleri, altrimenti con le buone o con le cattive lui avrebbe comunque fatto e preso quello che
    
    avrebbe voluto. Lei era il suo giocattolo sessuale e nulla più, sempre disponibile, sempre pronta ad esaudire anche le sue voglie più perverse.
    
    E di voglie perverse ultimamente Marco ne stava tirando fuori ogni giorno una diversa. Ma in fin dei conti tutto questo ad Anna stava benissimo. Aveva ben presto imparato a convivere con il lato sottomesso e un po’ masochista che era in lei e, anzi, le continue sorprese, paure, violenze, sopraffazioni fisiche e psicologiche a cui veniva sottoposta la eccitavano e in fin dei conti la gratificavano. Così aveva passato di tutto, dall’essere presa all’improvviso senza nessun preliminare, ancora secca e non pronta, facendole inizialmente un male cane, all’essere legata e frustata. Soprattutto l’essere frustata su tette e fica la lasciava dolorante per qualche giorno, ma le dava anche una sensazione fisica continuata nel tempo di possesso da parte di lui nei suoi ...
    ... confronti. E
    
    comunque Marco era bravissimo ad alternare tortura a masturbazione, a tenerla sull’orlo dell’orgasmo un tempo indefinito, fino a che era sempre lei a pregarlo di farla venire, a umiliarsi di fronte a lui per raggiungere il tanto agognato piacere. Il tutto, comunque, si era sempre svolto a casa loro, in privato, e nulla era trapelato nella normale vita di società che conducevano.
    
    Nessun amico o conoscente avrebbe mai neanche lontanamente intuire quale era il loro vero tipo di rapporto.
    
    Anna sapeva che con Marco sarebbero dovuti andare a cena a casa di amici, ma diversamente dal solito le aveva chiesto di vestirsi come voleva lui, facendole trovare un pacco in camera e lasciandole un biglietto che le spiegava che per la serata avrebbe dovuto indossare quegli indumenti. Solo che, ora che aveva indossato il tutto, Anna si vedeva allo specchio come una vera troia. Il mini abito elasticizzato era cortissimo e scollatissimo sia davanti che dietro. Davanti arrivava a coprire a malapena la fica, in basso, e l’aureola dei suoi capezzoli, in alto, e dietro scendeva praticamente fino allo spacco delle sue natiche. Le calze autoreggenti, inoltre, le finivano almeno 10 centimetri prima che iniziasse il vestito, lasciandole scoperta una buona parte di pelle nuda delle cosce. Le scarpe, infine, avevano tacchi vertiginosi, alti come lei non li aveva mai portati. Ma soprattutto nel pacco non c’erano mutande e reggipetto e, nel biglietto, Marco era stato categorico su cosa ...
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