Il pervertito del parco
Data: 02/11/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Adorabili piedini
... lentamente i sandali, appoggiando i piedi sulla panchina. La gonna nera a tubino si sollevò leggermente, scoprendo solo una parte delle cosce. Ritrovai il punto in cui ero arrivata il giorno prima e mi immersi nella lettura. Con un gesto del tutto inconsapevole, la mano libera scese sino al mio piede e cominciò ad accarezzarlo delicatamente. Un massaggio leggero, entrato a far parte di una gestualità quotidiana ed inconscia, che mi procurava un piacere indescrivibile. La mano scorreva piano sul dorso del piede, scendendo verso le dita. La pelle calda ed un po’ sudata della pianta veniva accarezzata sensualmente, provocandomi leggere fitte al basso ventre. Il movimento verso l’alto ed il basso aveva la stessa cadenza di una piacevole masturbazione di un membro duro. Una masturbazione lenta, inesorabilmente lenta. Mi piace toccare ed essere toccata. Il senso del tatto è quello che prediligo tra tutti. Sebbene immersa in quello stato di trance, in cui tutto il mondo scompariva dalla mia mente, un piccolo movimento dietro ad un albero non troppo lontano attirò la mia attenzione. Senza girarmi riuscii a vedere, con la coda dell’occhio, un uomo semi nascosto. Un Voyeur, un lurido guardone in cerca di una sega facile. Cercai di ignorarlo. “Se non si accorge che l’ho visto, magari se ne va” pensai mentre giravo la pagina del libro sul capitolo seguente. “Che maiale! Chissà quante volte era lì a guardarmi ed io non me ne sono accorta!” Le sensazioni che tutto ciò mi trasmetteva ...
... erano contrastanti. Una parte di me era disgustata da quell’uomo e l’altra era attratta dalla situazione. Volevo vedere sino a che punto sarebbe arrivato e sino a dove avrei potuto spingermi io. Sapevo che quel gesto di accarezzarmi il piede, la gonna sollevata e le lunghe gambe nude avevano attirato la sua attenzione. Senza voltarmi verso di lui potevo scorgere che aveva i jeans slacciati e percepivo il movimento della sua mano mentre scorreva lungo il membro duro. “Lurido pervertito” pensai. La ragione mi portava a giudicare quello che stavo vivendo in modo negativo, ma il mio corpo reagiva in tutt’altro modo. Piccole contrazioni precedettero l’intensa eccitazione che quella vista aveva provocato. Mi ritrovai a pensare cosa sarebbe successo se mi fossi alzata, mi fossi diretta nella sua direzione e avessi preso quel cazzo duro tra le mani. Per la prima volta ero la protagonista di un racconto erotico come quelli di Milù, per la prima volta IO ero il racconto.Apparve chiara nella mia fantasia l’immagine di me, con le mani appoggiate all’albero mentre mi facevo sbattere da dietro come una troia da uno sconosciuto, e per giunta in un parco pubblico.La gonna sollevata sopra la vita, il rumore dei colpi mentre il suo cazzo spingeva prepotentemente contro la parete dell’utero, costringendomi ad urlare di dolore e piacere, mentre mi imponevo di non farlo per non attirare l’attenzione.Cominciai a sentire le mutandine che si bagnavano di umori e la voglia di placare quell’eccitazione ...