1. Mattino inoltrato


    Data: 09/11/2018, Categorie: Feticismo Voyeur Maturo Autore: LorenzoEros, Fonte: xHamster

    ... una lampada che, mi parve, era involtata in una camicia femminile. "Sebbene," continuò levandosi dal letto e mettendo i piedi in terra, "ti dico la verità, qualche volta sono contenta di essere vedova... tanto lui non si accorgeva neppure di me... ho deciso anche di far dismettere la sua automobile…”“ma che necessità c’è, non puoi tenerla tu? ““Suvvia, così con il pretesto della macchina posso tenere Ernesto come autista oltre che giardiniere, altrimenti questo ripiego non l'avrò più." “Zia, non parlarmi dei tuoi amanti," le replicati nervoso, ficcando le unghie di una mano nelle palme dell'altra."I miei amanti... è il solo che abbia... se tu mi parli di quella gallina della tua fidanzata, ho ben io il diritto di parlare di lui, povero caro, che è tanto più simpatico e più intelligente di lei."Stranamente, questi insulti alla mia fidanzata da parte della zia, non mi offendevano. "Sì, è vero," pensai, "può anche darsi che sembri una gallina... ma mi piace che sia così."Poi dissi in tono raddolcito: "Allora, vuoi vestirti? Se vogliamo andare alla cimitero, è tempo di muoversi.""Ma sì, subito."Leggera, quasi un'ombra, istintiva, si alzò lasciando alzare la sottoverste che svelò per un attimo l’intimità scura e gonfia dell’inguine; attraversò in punta di piedi la camera, raccolse al passaggio, dalla seggiola, la vestaglia nera, pur gettandosela sulle spalle, aprì l'uscio del bagno e scomparve.Subito, appena uscita, andai alla finestra e la spalancai. L'aria di fuori, era calda ...
    ... e immobile, pur tuttavia mi sembrò di provare un sollievo acuto, come se invece che sul giardino afoso si fosse affacciato su un ghiacciaio.Rimasi un lungo momento, gli occhi rivolti in basso, al fitto fogliame del glicine che circondava con i suoi rami la finestra, poi mi voltai verso la stanza. Di nuovo il disordine e la trasandatezza mi colpirono.Poco dopo l'uscio del bagno si aprì, in vestaglia, apparve sulla soglia.Subito si parò gli occhi con un braccio esclamando: "Chiudi... chiudi quella finestra... come puoi sopportare questa luce."Andai con sollecitamente ad abbassare l'imposta; poi mi avvicinai a mia zia e prendendola per un braccio, la feci sedere accanto a me, sul bordo del letto e le domandai dolcemente: "E tu zia come fai a sopportare questo disordine?"Mi guardò, incerta, imbarazzata: "Non so come avviene... dovrei, ogni volta che mi servo di un oggetto, rimetterlo al suo posto... ma, in qualche modo, non riesco mai a ricordarmene.""Zia," dissi, "ogni età ha la sua maniera di essere decorosa... perché sei diventata così?"Le stringevo una mano; con l'altra mano lei reggeva in aria una stampella dalla quale pendeva un vestito. Per un momento, mi parve di scorgere in quegli occhi enormi e puerilmente afflitti quasi un sentimento di consapevole dolore: le labbra, infatti, ebbero un leggero tremito. Poi, improvvisa, un'espressione indispettita scacciò ogni commozione. Ella esclamò: "Tutto quello che sono e che faccio non ti piace lo so... non puoi soffrire i miei ...