1. P.


    Data: 01/12/2018, Categorie: Etero Autore: samas2

    ... anime. Ti lasci sistemare gli indumenti, docile come una bimba, i tuoi occhi son fissi su di me, ma non mi guardi, le mie mani indugiano sul tuo volto, accarezzandolo. Il tempo ha tolto un po’ di fascino al mio sorriso, comunque è per te. Ti accompagno alla tua vettura. Il distacco protratto, rinviato, mi distrugge: è una lama che mi penetra lentamente. Schegge di parole per rompere un silenzio che ormai è sceso su di noi. - Ricordati, mi hai promesso di smettere di fumare, lo farai? Grazie. Vai, adesso, prima che il buio ti sorprenda, con questa nebbia, sulla via del ritorno: ti aspettano quasi 200km. Non appena arriverai, mandami un messaggio, mi tranquillizzerà. - Non indugiare, ciao P. Ti bacio, ma sei già lontana, lo sento. La tua auto si allontana e scompare. Saluto con la mano, sapendo che non mi vedrai. Cammino, trascorre il tempo, si fa buio; le rare figure che incrocio, son fantasmi senza volto nella nebbia che ha ripreso a infittirsi riducendo la visibilità a pochi passi. Giungo, alla punta del molo, intorno nessuno, i miei occhi cercano un inesistente orizzonte, il mare scuro entrando nel porto-canale si solleva in morbide e fluide onde, che sfiorano il bordo di cemento, si rincorrono in una sequenza armonica, suonando una melodia triste e solenne, una narrazione antica come il mondo di cui non riesco a penetrare il significato. Il grido acuto della sirena del porto, dissonante e lugubre accompagna i miei pensieri, i rimandi, i rimpianti. Distillo una molecola di Opium, il tuo polline profumato depositato su di me. Un trillo, proveniente dalla mia tasca, mi segnala l’arrivo di un messaggio. Osservo il display, luminoso nella notte. Un WA, l’ultimo. “Sono arrivata, tutto ok. Ti prego, abbi cura di te.” P.
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