La lingua
Data: 08/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pink_
... istante, infiammandosi a vicenda. Gli insetti fastidiosi ora le volteggiano per la testa, lei non riesce ad afferrarne neanche uno. Adesso lo aiuto, si ripete, lo aiuto e tutto ciò finirà. Non ne posso più. Le mani strette sull’addome iniziano a scivolare verso il basso. Trovano il bordo del pigiama e ci si infilano dentro, lì dove non sarebbero mai dovute entrare. Le pelle liscia, setosa, l’improvvisa sorpresa dei peli pubici la spaventa, si blocca. Le dita bianche smarrite in quella piccola foresta nera. Un lunghissimo sospiro prima di immergersi, ancora più giù. Inizia a frugare l’intimità di quel ragazzo sconosciuto, ora è lei ad avere la febbre. Poi. Lo trova, si scotta, si brucia, la mano le trema. Il fiato le manca, lo prende, lo afferra con le dita. «Yeah..». Con l’altra mano abbassa i pantaloni e glielo tira fuori, massiccio serpente di carne che sguscia dalla sua tana. È solo un sogno, delira lei, solo un incredibile sogno. Pochi secondi di apnea. Poi. Qualcosa sussulta, fra le sue mani, un flusso minaccioso che arriva da lontano. Lei apre gli occhi, si vede riflessa nello specchio del bagno, quasi ridicola, avvinghiata a quel ragazzo mentre tiene quel tubo nero fra le mani. E il tubo, inizia a zampillare. Le cresce fra le mani impennato dall’energia idraulica di una bestia. Impressa nel grande specchio c’è un’immagine che le brucia gli occhi. Sta facendo pisciare quel ragazzo sconosciuto, arrivato da lontano a insozzarle la vita, benzina sulle braci ardenti della ...
... sua femminilità. «Da quanto tempo..» cinguetta lei. Chissà se davvero sua madre avrebbe fatto così, quanto può essere dannatamente sporco, l’amore. Il flusso si acquieta, torna domo, singhiozzando fra i brividi. Lui stacca una mano dal muro e se la porta fra le gambe, a stringere la presa sulla sua. E fa quello che fanno sempre gli uomini, quando finiscono. Due, tre colpi secchi, stringendo le mani delicate di quella donna sul proprio cazzo. Lo specchio bastardo non si perde un istante di tutta quella scena così assurda. Si sgrulla, spruzzando le ultime gocce dorate. Poi molla la presa, la lascia improvvisamente sola a sorreggere il peso di tutto il suo imbarazzo. Le sue mani si muovono su quel tronco nero. Una delicatissima e inevitabile carezza che lo fa irrigidire di un nuovo flusso, ancora più pericoloso. Antonella non ha più voce e non ha più cuore. Chiude di nuovo gli occhi. Con uno sforzo incredibile riafferra il pigiama. E lo tira su, infilandoci dentro tutta la sua dignità. «Vai al letto adesso». E lo abbandona, uscendo dal bagno. Atto V “The dark room” «Mamma noi usciamo». «Insieme?». «Sì, passiamo l’ultima serata tutti insieme, domani Justin riparte». «...». «Ciaio Antoniella». Lei sorride. Quel buffo modo che ha di pronunciare il suo nome. Per un attimo quasi pensa che le mancherà. «Vedo che.. si è ripreso». «...». «Sì, sta molto meglio adesso, anzi, mi ha detto di ringraziarti per esserti presa cura di lui». «Ciao Giastin, gudbai». «Wow mamma, che progressi - la ...