Estremo degrado - capitolo 1b
Data: 01/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Koss
... naturale, pecoreccio e per niente artificiale. Inoltre, con quel filmino Viktor avrebbe ricattato sia l’omuncolo che le tre troie. L’omuncolo perché non parlasse, le tre troie per far fare loro tutto quello che voleva. L’ometto leccava e succhiava, ma si rammentò che ce ne erano altre due da gustare e le voleva possedere tutte e tre. – Fai con calma gli aveva detto Viktor, hai più di un’ora per divertirti, ma lui aveva perso il senso del tempo e non sapeva quanto gliene restava, in verità erano passati solo dieci minuti da quando era entrato nella stanza, ma si diresse rapidamente verso Carla. Lasciò per ultima la sua preferita, Anna. Mentre si muoveva lanciò uno sguardo su di lei, allucinato e lussurioso, da paura. Anna per fortuna era bendata e non poteva vederlo, come le altre due, altrimenti ne sarebbe rimasta terrorizzata. Lo sguardo non sfuggì però alla telecamera di Viktor che sorrise soddisfatto. L’ometto era divertente, il filmino sarebbe risultato esilarante ed al tempo stesso oscenamente erotico. L’ometto mise le sue due mani dietro le chiappe di Carla e l’attrasse a sé, spinse il bacino in avanti contro la fica nuda di Carla e mimò l’atto sessuale. Sbavò e leccò il collo della manza. Voleva urlare, insultarla, riempirla di epiteti come: troia, vacca, puttana, baldracca…, ma riuscì a trattenersi. La troia era una bambola tra le sue mani, Nicoletta aveva reagito, questa neanche ci provò, ma la cosa non gli dava soddisfazione e allora le strizzò i capezzoli ...
... ferocemente e la manza guaì. Lui sorrise e spinse il suo bacino in vanti, freneticamente, su quello di lei che continuò a muggire. Lui ansimava, sbavava, sudava, aveva gli occhi velati di piacere, sentì che stava per venire e stava per lasciarsi andare, ma si fermò, ci riuscì anche se gli costò molto. Voleva godere, ma voleva concludere con Anna non con Carla. Anna era la sua preferita, era più tornita, con lineamenti più rotondi e dolci, lui in passato aveva cercato un approccio, ma lei non l’aveva degnato di nessuna considerazione, ed ora era a sua disposizione. Che goduria! Cercò di rilassarsi, si allontanò da Carla e scalciò via le scarpe, poi si abbassò i pantaloni, se lo prese tra le mani, non si ricordava più quando era stata l’ultima volta in cui se l’era sentito così duro. Si avvicinò ad Anna e si sdraiò accanto a lei. Lei senti la sua presenza ed ebbe un brivido, cercò di tirarsi indietro, di scalciare, provò a gridare, ma dal bavaglio uscì solo un suono soffocato. Lui allungò le mani e l’accarezzò sulla coscia risalendo in su. Lei scalciò di nuovo e provò a colpirlo. Lui voleva gridargli “stai ferma troia o ti massacro.” Non gridò, ma le diede un ceffone sul viso e subito dopo un pugno nella pancia. Anna guaì, pianse, ma si arrese. Non si mosse più. L’omuncolo imperversò, l’accarezzò dove e come volle, sulle cosce, sul seno grosso e pesante, sulla fica succosa, sulle natiche generose. Lei era inerte, ma a lui bastava strizzare qualcosa di quel morbido corpo, soprattutto i ...