1. GIUVANNE 'O STUORT': 'O MASSIMO


    Data: 11/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Lirica, Poesia, Autore: Duplex

    ... senza darmi niente. Se vuoi che ti dia il massimo, offendilo, dagli dei morsi in faccia, strillagli: -sei una chiavica!- poi storcigli le braccia. Di sicuro si eccita, ma lo devi picchiare, mettergli in culo un dito, glielo devi sfondare. Lo devi scottare, tormentare con spilli il suo cazzo ferito. E� un vero masochista, del sesso un disgraziato, per avvocati e medici, è un grande depravato ma io sono una zoccola e mi piace la manfrina, perché mi placa l �anima, mi rende una regina! Quando perde le staffe, al letto si fa legare: allora torno femmina, mi posso vendicare. Contro agli uomini di sempre o di questa settimana, alzo la mano e zacchete, picchio � non son più: puttana. dieci anni al marciapiede, come un povero straccio, mi esplodon tra le mani, colpisco, e so che faccio! Questa, la dedico a quello che, illudendomi (era una vera cacca) mi portava a fottere, alla monta, come una vacca; e questo è per il parroco, che per farci mangiare, anche davanti a mamma, si facea masturbare. Quest� altro va a mio padre, che sorride e sta zitto, perché gli faccio comodo: cornuto, ma è un gran dritto. E � prendi, adesso beccati questo: un forte morso in faccia, lo dedico a chi vive del denaro che valgo: il mio magnaccia. Il più schifoso di tutti, ma ora gli appartengo soldi, regali, macchina � lui comanda, e io spendo. Giovanni, detto �lo storto�: il ...
    ... massimo � si eccita, solo se lo colpite, ed io lo faccio, e coi colpi medico tutte le mie ferite. Gli grido: Sei una chiavica, vali meno di un bottone: tua madre fotte con tua sorella e tuo padre e ricchione. Ma poi gli prendo la mazza e niente mi trattiene: torno latrina e zoccola � e me ne vedo bene! Duro come il marmo, liscio come la seta, è il suo cazzo, dolce come lo zucchero, lo prendo anche nel mazzo. Tanti anni per la strada, stronze, non fate testo, tutte sciocchezze e chiacchiere, il vero cazzo è questo. E per mezz� ora: spasimo, non importa il passato, eravamo nel fondo ed ora mi ha arrapato. Non sono che una zoccola, lo �storto� è un masochista, siamo gentaglia scomoda, siamo poveri cristi, eppure, chi ci supera? Anche i regnanti, infino non sanno che si perdono. Ci fanno un bel pompino! Ti è piaciuto prenderle? E quante te ne ho date � ed ora noi godiamoci le migliori chiavate. M� accovaccio sulla pancia, gli striscio il culo addosso - Succhiami � sfogati, godimi e leccami la fessa. � E quando poi, sfiniti noi veniamo, con una mossa sola � il glande, rosso fragola, mi affonda tutto in gola. Ah, quella roba calda, con niente di più dolce il paragone faccio, mentre mi scende in corpo, mi godo a modo mio, tutto il suo spaccio. Gianni � �lo storto� � il massimo: si alza e lascia il letto, e io torno stronza e zoccola; indegna di rispetto. 
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