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Il pianoforte e il letto a baldacchino
Data: 25/01/2019, Categorie: pissing, Autore: Blue93
Le lampade in stile antico illuminano l'hotel dandogli quell'aspetto caldo e familiare che adoro più di ogni altra cosa. I tappeti grandi e morbidi fanno tacere i suoi passi mentre ci sbatte sopra le scarpe col tacco avvicinandosi alla reception. Io, immobile la aspetto da mesi. Seduta su quella sedia...è una sensazione così piacevole starci seduti dopo ore che ci è rimasta seduta lei...è così calda, e appena mi appoggio allo schienale mi arrivano leggere ondate del suo profumo. Mi giro verso destra e intravedo un capello biondo sulla mia gonna nera. Sorrido. Lei mi appare davanti, belissima, come sempre. Questa volta non indossa il suo talleur nero perchè deve uscire quindi porta solamente la giacca e la camicia da lavoro e un paio di jeans che le stanno stranamente larghi dandole un aspetto dolce e erotico. "Allora io vado" afferma con convinzione osservandomi senza interesse reale: "Torno fra dieci minuti". Sposto lo sguardo sui suoi piedi e vedo che indossa ancora le décolleté in vernice nera. Annuisco per tutta risposta. Fa per avviarsi verso la porta ma, inaspettatamente, scuote la testa e fa retromarcia dirigendosi verso il bagno. "Dove vai?" chiedo non capendo. "Vado un attimo in bagno e poi vado. Tu intanto accendi le luci della sala colazioni". Io abbasso lo sguardo sorridendo e mi alzo di scatto obbedendo alla seconda affermazione. Mi avvicino a lei per dirigermi verso la sala colazioni ma nello stesso momento in cui lei apre la porta del bagno io mi volto e ...
... d'istinto la fermo afferrandole un braccio. "Ahia! Cosa fai?" sbotta lei impaurita da quella reazione. "Non andare da nessuna parte, resta con me", le parole mi escono dalla bocca senza nemmeno accorgermene. Lei non risponde ma i suoi lineamenti si fanno più duri. "Vieni ad accendere le luci con me" dico senza riuscire a trattenere un sorriso che non addolcisce però la sua espressione. "Non ti ricordi dove sono?" prova a chiedere e io scoppio a ridere. "No, me lo ricordo perfettamente ma voglio che tu stia con me". A quel punto inarca le sopracciglia e con incredulità conclude: "Muoviti, vai ad accenderle". Stringo le labbra e con decisione la tiro verso di me, spingendola in avanti e appoggiando la mia fronte alla sua. "Lasciami". "Mai". La spingo fino a quel vecchio pianoforte che c'è nella hall dell'hotel...è in legno antico, chiaro ed è sempre chiuso. Con una mano lo libero dai giornali che sono stati appoggiati su di esso e lo apro facendola sedere sopra ai tasti. Una sinfonia brutale indonda le mie orecchie e noto la sua espressione terrorizzata. "Cosa cavolo stai facendo?". "Ho voglia di scopare con te" dico senza accennare alcun sorriso. Non le do il tempo di commentare perchè mi protendo verso di lei afferrandole le labbra con le mie. Sento il lieve e adorabile odore della sua saliva e incrocio la mia lingua con la sua, così calda e lenta...esploro il suo palato. Le sue labbra sono così perfette e ad ogni tenero morso avverto una stretta che parte dal cuore e arriva fino a ...