1. Una Notte Qualunque


    Data: 04/02/2019, Categorie: Etero Autore: unliberopensatore

    ��9 Novembre 1888 - LondraQuando la fortuna bacia, regala belle gambe lunghe e tornite. Quando la fortuna lecca, dipinge volti da incanto. Quando la fortuna morde, infligge pregi e crea opportunità.Ginger, misera puttana di Whitechapel, possedeva tutto ciò. Lei, in fin dei conti, si può dire fosse stata letteralmente stuprata dalla fortuna.Nata e cresciuta in uno dei peggiori quartieri di Londra, aveva ben presto ottenuto gli sguardi e le attenzioni di molti uomini, di molti clienti. Elegante nei movimenti, delicata nei modi ed erotica nel privato, era solita concedersi ad un solo uomo a serata. Tra i numerosi pretendenti solo qualche eletto era riuscito a conquistare la sua bocca carnosa, il suo corpo adolescenziale.Villani e rozzi uomini di bettola o di fabbrica non facevano per lei, non si addicevano a quella bellezza giovanile, a quel corpo dal culetto a mandolino e dal seno procace che tanto faceva invaghire i maschi, che tanto faceva invidia alle colleghe di marciapiede.Stretta in quell'abito purpureo dall'aderente corsetto e dall'ampia gonnella, aveva preso a muoversi a carponi, gattonando, strisciando con le ginocchia ed i palmi delle mani sullo scricchiolante pavimento in legno della stanzetta, in direzione del suo ultimo cliente della giornata.� Su, è tutto tuo... Vienilo a prendere. �La voce profonda dell'uomo seduto ai piedi del letto la eccitava, la bagnava. Era un uomo brizzolato, sulla cinquantina o poco oltre, un uomo fatto e ben piazzato nel suo metro e ...
    ... ottantacinque. Prestante, villoso, ancora dalla pelle umida del sudore nato da una lunga giornata di lavoro, di fatiche.E lei, ammutolita dall'essenza maschile, si era infine sporta tra le sue forti gambe con il suo viso angelico, per poter così aprire la peccaminosa bocca carnosa. Inebriata dal suo odore, dal pungente odore di cazzo sudato, aveva finalmente deciso di cacciarselo in gola, di prenderselo senza esitazione. Spigliata, vogliosa e porca, aveva così cominciato a muoversi in quel sontuoso pompino da togliere il fiato.� Ohh sì... Lecca, succhia tesoro. Sei la Dea dei pompini... �Nel crescere del piacere, in quel continuo su e giù da parte del rosso capo femminile, lui aveva preso possesso della testa della giovane e aveva iniziato a dettare il suo nuovo ritmo con l'aiuto dei lombi e degli ormai gonfi bicipiti. Lei ancora vestita, lui con le sole braghe slacciate e la pallida camicia sbottonata giusto per consentirle di scorgere la scura e lucida peluria sul petto, in parte nascosta sotto un elegante gilet da Signore.Presa dalla foga, catturata nella salda stretta delle grandi e ruvide mani maschili, era costretta a sbavare e a lasciar colare copiosi rivoli di saliva confusi con le pesanti gocce di sperma che lui si era lasciato sfuggire. Gli aveva così bagnato i coglioni, quelle palle che puntualmente le andavano a frustare il mento e quei peli che andavano a solleticarle il collo e a infradiciarle le mutandine da due soldi, odorose come mai. Tra gemiti e mugolii uccisi ...
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