1. La zia di mia madre


    Data: 10/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: alphaluc

    Alla fine della scuola, ogni anno, si andava a passare qualche settimana dai nonni materni in un paesino poco distante da quello in cui vivevamo. Avevamo a disposizione un piccolo appartamento al secondo piano, in un palazzo familiare abitato all'ultimo piano dai nonni e al primo piano dal fratello di mia nonna e da sua moglie. Gli zii non avevano figli, erano molto solari e accoglienti, passavo un bel po' di tempo delle mie giornate lì da loro. Avevano sempre qualche buon gelato o bibita da offrirmi e spesso pranzavo o cenavo con loro. Quell'estate avevo finito le elementari e avrei frequentato a settembre la prima classe delle medie, avevo compiuto 11 anni. La zia di mia madre era una donna molto graziosa in viso, aveva all'incirca 60 anni (portati benissimo) e aveva delle caratteristiche che mi eccitavano particolarmente (è anche vero che quell'età, i miei ormoni mi provocavano eccitazione con molto poco): era abbondantemente in carne, aveva sempre le unghia dei piedi e delle mani smaltate di rosso, usava un rossetto acceso anche in casa, fumava abbastanza da avere sempre qualche mozzicone sporco di rossetto nel posacenere e usava vestitini molto corti in casa perché soffriva particolarmente il caldo. La zia si era accorta di quello che di lei mi "affascinava", perché ogni tanto, quando mi incantavo a guardare i suoi piedi, le sue coscione (che mostrava a gambe semi aperte quando si sedeva, tirandosi più su il suo già corto vestitino, per via del caldo) o la sua labbra di ...
    ... rossetto che succhiavano dalla sigaretta, le scappava una piccola risata. Era mia abitudine, passare da loro, nel pomeriggio, mentre scendevo a giocare a pallone per strada con gli altri ragazzini del vicinato; lo zio non era mai in casa a quell'ora perché dopo pranzo ritornava a lavorare in officina.
    
    In una delle mie visite pomeridiane, la zia era seduta sulla sua poltroncina di fronte alla tv, con il posacenere sul tavolinetto al suo fianco, il vestitino alzato fino all'inguine e fumava la sua sigaretta con le persiane abbassate per ripararsi dal tanto sofferto caldo. Anche in quell'occasione mi incantai nel guardare quella eccitantissima scena, il mio piccolo cazzo si mise sugli attenti e senza accorgermene cominciai ad accarezzarmelo sopra ai pantaloncini. Mi resi conto di quello che stavo facendo quando venni "svegliato" da una fragorosa risata della zia che mi disse sorridendo: "è sempre in tiro questo pisellino, eh?", io imbarazzatissimo trovai la prima scusa che mi venne in mente: "no zia, è che mi fa un po' male, mi brucia un po'..." .
    
    Con un'espressione divertita, mi chiese di avvicinarmi a lei perché voleva controllare che fosse tutto a posto, mi avvicinai molto lentamente e con tanto imbarazzo, lei rimase lì seduta dov'era, aprì le sue stupende coscione e mi fece mettere lì in mezzo, in piedi fra le sue cosce.
    
    Appoggiò la sua sigaretta nel posacenere, mi abbassò di poco i pantaloncini, prese in mano il mio piccolo cazzo, lo scappellò, lo baciò, lo chiuse ...
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