1. Minuti densi


    Data: 15/02/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Lei diventava bella e leggiadra, quando io le passavo due dita su quella guancia bisbigliandole all�orecchio Pina piegati, dato che non avevo bisogno d�alzare la voce né di ripetere l�ordine. Lei interrompeva quello che stava facendo, qualunque cosa fosse, una lettura, un pensiero, un compito, e per qualche istante assumeva un�aria affannata con le narici dilatate in un breve impaccio sospeso tra l�ansia di spuntarla e fra l�emozione di rivelarsi.Lei mi guardava senza sorrisi e senza tristezza, come un cerbiatto appena giunto allo stagno per l�abbeverata con gli occhi vigili e il fiato in lieve affanno, dal momento che sa il pericolo che corre, ma che conosce percependone anche l�intimo piacere di soddisfare la sete. In tale maniera Pina sapeva il rischio del dolore, eppure amava l�attrazione e quel fascino sottile dell�obbedienza, in quanto non era sottomissione la sua né tanto meno autolesionismo, era ogni volta in verità una scelta consapevole e intenzionale, una condivisione d�intenti e di scopi, un implicito scambio di doni e poche parole svelate fra di noi in quegl�intensi momenti.Pina nella sera si svestiva placidamente come un�educanda, quando il candore e il pudore l�accompagnava perfino nella solitudine della sua stanza, mi voltava le spalle e cercava un angolo in penombra badando bene nel liberare i propri gesti da ogni accenno di sensualità. Si comportava invero come se tutta la sua attenzione fosse concentrata nel ripiegare con cura su d�una sedia gl�indumenti ...
    ... che andava sfilando, dal momento che io amavo il suo frusciare pacato e silenzioso. A ben vedere c�era qualcosa di religioso nella sua indolente nudità, il rosario delle vertebre, la crocefissione delle braccia, la schiena bianca come un panno d�altare, ciò nondimeno soprattutto l�offertorio che faceva di sé stessa. Pina m�offriva la sua pelle da battere e d�amare, durante il tempo in cui io restavo seduto sulla poltrona ad ammirare il suo muoversi sereno, senza conoscere quale tipo di posa volesse dare al proprio corpo. Era lei a decidere come piegarsi nel migliore dei modi, perché era da quella piega assunta del momento che si poteva stabilire in definitiva la condotta e la gestione esatta delle nostre azioni successive.Pina se stava in piedi, si chinava alla parete appoggiandovi i palmi aperti, poiché era un invito implicito che io mi dedicassi ai suoi glutei muscolosi con la bacchetta di bambù. Se lei si stendeva sul tavolino basso tra i divani era l�offerta della schiena al cuoio sottile, viceversa se s�inginocchiava alla musulmana invitava il legno flessibile nel benedire quelle tenere piante dei piedi. Poteva addirittura decidere di piegarsi sulle mie ginocchia per ricevere il calore accecante delle mani, oppure d�abbracciare a modo d�angolo retto il piano del tavolo lasciando in questo caso a me la scelta, se percuoterla e dove, oppure visitare subito uno dei suoi santuari e quale di essi.Erano istanti carichi e vivaci quelli che precedevano l�azione, giacché eravamo ...
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