1. Il mio signore non fa mai regali.


    Data: 09/10/2017, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    Ti ho visto arrivare da lontano: quel passo sicuro, lo sguardo fiero che punta sempre avanti a te. Difficilmente hai le mani in tasca: mi sembra quasi che tu voglia toccare il mondo prima ancora che il mondo ti sfiori: vuoi essere padrone della situazione, padrone di quello che ti circonda. Padrone di me. Scendi le scale che ti portano all�entrata della mia casa che indossi gli occhiali da sole: posso immaginare, anche dalla mia posizione, su cosa ti poserai non appena mi guarderai.Ti attendo così, in ginocchio, le gambe divaricate. Totalmente nuda davanti all�uscio: &egrave così che vuoi che ti attenda, lo sguardo basso in atteggiamento remissivo, il collare al collo. Spalanchi la porta: vuoi che l�aria pungente di inizio novembre mi colpisca completamente e mi avvolga, come quel desiderio che so, stai respirando. Chiudi la porta e avvicini la tua mano alla mia bocca. La mia lingua ne percorre il profilo, le mie labbra l�avvolgono con golosa voracità. Non oso alzare lo sguardo, posso solo immaginare come tu sia vestito. L�altra mano, fredda dell�autunno ormai inoltrato, si posa sulla mia schiena e mi provoca un lungo brivido. Non so dire se sia l�eccitazione del momento, l�effetto che la tua presenza, mio signore, ha su di me, o lo sbalzo di temperatura, ma tutto il mio corpo &egrave percorso da un fremito profondo. La mia bocca &egrave ancora sulla tua mano destra� Ora vuoi che riservi lo stesso trattamento anche alla sinistra ed anche lei &egrave presto dentro di me. Con ...
    ... calma, oggi non abbiamo fretta. Hai un buon sapore, devi avere lavato le mani prima di uscire di casa. O prima di arrivare da me, non so dove fossi prima di varcare la mia soglia. Sono baci lenti e profondi quelli che ti dedico, morsi leggeri e audaci quelli che ti riservo. Sento che mi stai guardando e che, forse, stai sorridendo. Fai un passo indietro e mi chiedi di alzarmi in piedi. Non porto tacchi, oggi: sono di fronte a te e percepisco tutto il mio corpo, in ogni fibra del suo essere. Ecco cosa i tuoi occhi sono capaci di farmi, ecco perché non sono in grado di opporre resistenza. Vuoi che ti guardi mentre ti togli gli occhiali, mentre sfili via la giacca e rimani solo con la camicia: quella bianca, che sai mi fa impazzire. Disegni il contorno delle mie spalle con le dita, correndo lungo il petto e poi sul mio capezzolo. E� il tuo modo di salutarmi, di darmi il benvenuto nel tuo mondo. Lo stringi, torcendolo ed ogni volta, per me, &egrave come se fosse la prima volta. Alzo la testa, perché non mi abituerò mai a questo trattamento. E tu mi ripeti, con voce tagliente, �devi imparare a stare ferma. Te l�ho già detto�. Così mi prendi per i capelli e mi costringi a inginocchiarmi. Afferri il collare che indosso e mi conduci in sala. Le luci sono spente, e tu accendi quella sul tavolo. Vuoi che veda tutto, ma allo stesso tempo non vuoi che i nostri occhi siano distratti da una luce troppo invadente. Ti accomodi sul mio divano e rimani in attesa. Io sono davanti a te, pronta a ...
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