Sarò la tua cagna, la tua latrina! - 2a parte
Data: 15/03/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: TRAVETTA_GEISHA
Mi ritrovavo così inginocchiata per terra, le guance calde per le sberle prese, lo sguardo abbassato in segno di sottomissione e il sapore intenso della sua saliva in bocca dopo che mi aveva sputato…. Pensavo di essere già soggiogata a quel toro che avevo davanti, svettante in tutta la sua possenza, ma ancora non mi potevo immaginare che cosa mi aspettasse…. Nonostante gli occhi abbassati vedevo il suo bastone che si ergeva dritto e nodoso davanti ai miei occhi. Il cuore continuava a battere per l’eccitazione e un po’ per la paura. Parlava poco il mio padrone, la sua voce era profonda e veniva usata per dare comandi secchi e perentori. “Guardami” disse con decisione, io alzai lo sguardo e vidi che quelli che abitualmente dovevano essere gli occhi del gigante buono, si stavano accendendo di un desiderio autoritario di potere e di dominio; stirò il volto in una specie di smorfia come di chi sta prendendo la rincorsa e iniziò una sequela di inetnse e veloci sberle.
Il mio volto si girava da una parte e dall’altra, a suon di rumorosi schiaffi e di epiteti quali “troia, bagascia, latrina!”. Ad un certo punto si soffermò, come per capire se avesse il mio consenso a continuare; la mia risposta fu chiarissima: approfittai di quell’attimo di tregua per ingoiare quel cazzo durissimo e cominciare a pomparlo con passione. Succhiavo senza fretta, avvolgendo con le labbra tutta la nerchia e non smettendo mai di muovere la lingua nemmeno quando tutto il cazzo era in gola e la cappella ...
... batteva con la gola. Succhiavo con passione e intensità, ma con la massima attenzione per quel gioiello prezioso, con tutta la devozione che potevo avere per quel maschio. La sua veemenza di picchiare si placò un attimo e si fermò per godersi quella pompa…. Il suo respiro si stava facendo grosso, apprezzava… oh sì che apprezzava!
Ad un certo punto sentii la sua mano grossa e forte afferrare i miei capelli e cominciò così a darmi il ritmo del pompino, premendo con potenza la cappella in fondo alla gola, facendomi venire i conati e gli occhi lucidi. Improvvisamente sempre tenendomi per i capelli allontanò la testa dal cazzo, la mia bocca rimase aperta e dall’alto vide che stava raccogliendo saliva con la bocca per risputarmi.
Allora la mia voglia di incamerare il maggior quantitativo di sapore possibile di quell’uomo che si stava impossessando di me mi fece spalancare la bocca e tirare fuori la lingua e fui accontentata: uno sputo bello consistente mi arrivò direttamente in bocca e immediatamente dopo eccone subito un altro più piccolo.
La sua mano lasciò i capelli e cominciò ad accarezzarmi una guancia… “Ti piace troia, vero? Ti piace fare la cagna! Ti piace essere trattata così!” Disse con voce più dolce ma condita con una buona dose di scherno… al mio “Si, mio signore, ti amo!” il suo tono cambiò e quasi con rabbia urlò “Che cazzo dici, troia?” e riprese a schiaffeggiarmi con forza… Tutte le volte che allargava il braccio per prepararsi al ceffone vedevo il suo petto ...