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Vita di una ragazza umile - da schiava domestica a schiava sessuale (CAP. 3)
Data: 25/03/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: #sguatterapersempre
... scendessero, l’unica cosa che mi copriva era il mio grembiulone ma solo davanti. Io inizia a supplicare il Padrone di lasciarmi libera ma dentro di me sentivo una sensazione di calore in prossimità della vagina. Senza troppi complimenti liberò il suo enorme cazzone e me lo infilò nel buco del culo spingendo con vigore. A ogni colpo le mie tette sobbalzavo e pestavano sul balcone sporcandosi di farina mentre lui mi lanciava insultava del tipo “Lurida troia sguattera schifosa ti piace fare il pane per i Padroni mentre lo prendi nel culo?!?! Sei una cagna, ti sistemo io per le feste, la mia cara mogliettina è troppo buona con te!” Mentre mi urlava ciò, con una mano mi scoprì la spalla e trovò subito la mia tetta che stringe forte neanche fossi una vacca da mungere e con l’altra mano iniziò a darmi degli sculaccioni che facevano sobbalzare i lacci del mio grembiulone. Mi sentii una schiava che non aveva più nessun diritto se non quello di ubbidire in tutto e per tutto ai miei padroni. Dopo 5 minuti, in cui mi sadomizzò, venne sulla mia schiena e io mi ritrovai in ginocchio, ansimante, con la maglietta ancora più stracciata e sporca di farina e sperma, con le tette oscenamente fuori. Sembravo una vacca usata per il piacere del Padrone. Solo finito il trattamento mi accorsi che la Padrona era lì a guardare tutta la scena. Io rimasi li in ginocchio un po’ dolorante e incredula del trattamento ma anche molto molto eccitata. La cucina era un casino poichè c’èra farina da tutte le ...
... parti. La Padrona senza dire una parola andò dal marito che si trovava ancora vicino a me e lo baciò con passione e le disse “Hai ragione amore, sono troppo buona vedrai che la farò lavorare peggio di una schiava”. Si recò al lavandino prese un asciugamano, lo bagnò e lo strizzò per renderlo umido. Lo rivolse su a mò di corda e iniziò a frustrarmi sulla schiena urlandomi “Serva, guarda che casino hai combinato! Sbrigati vai giù in lavanderia, prendi l’occorrente per pulire il pavimento e puliscilo in fretta! Alle 19 la cena deve essere servita in tavola!” ogni tre parole circa mi arrivava una frustrata sulla schiena. Mi sentivo un animale, una cagna che veniva punita dalla Padrona. In tono molto umile chiesi il permesso di potermi alzare per andare a prendere l’occorrente e, solo dopo averlo avuto, mi recai molto in fretta giù in lavanderia. Dopo pochi minuti mi trovavo ancora in ginocchio a sfregare per terra mentre la Padrona era dietro di me che mi dettava il ritmo battendomi l’asciugamano bagnato sul culo “Sfrega più forte scansa fatica, si vede che sei una sguattera da due soldi. Altro che l’asciugamano a te serve la frusta” “Si Padrona, come comandate voi mia Signora, vi chiedo umilmente perdono”. Il Padrone disse “Brava amore così mi piaci”. Dopo essere stata sodomizzata, frustrata e umiliata riuscii comunque a servire la cena con pochi minuti di ritardo e per punizione, mentre loro consumavano la cena, io dovetti stare in ginocchio, rivolta verso il lavandino, e tenere ...