In ufficio
Data: 29/03/2019,
Categorie:
Etero
Autore: pollo_ollop
... alle mutande, “dai facciamo dopo, adesso ho fame!” prendo l’elastico e cerco di sfilartele. “se arriva qualcuno?!” “non c’è nessuno” Alzi le chiappe e ti fai togliere le mutande continuando a guardare in giro circospetta. Sei davanti a me, aperta al mio sguardo, mi avvicino lentamente e affondo la faccia nel tuo cespuglio, aspiro il tuo odore, hai appena fatto la doccia, sai di bagnoschiuma, chiudo gli occhi e tiro fuori la lingua. Non ci vuole molto prima di sentire i tuoi umori mischiati alla mia saliva, ti allargo più che posso le gambe con le mani, mentre tu sospirando mi tiri i capelli. Mi blocchi e mi costringi ad alzare lo sguardo, hai gli occhi densi. “sei uno stronzo!” Mi allontani, e ti alzi. Vai alla mia scrivania, sposti i fogli sparsi e ti ci appoggi con i gomiti. “cavolo!” Ti vengo dietro, sollevo la gonna. “che spettacolo!” Mi slaccio i pantaloni e li faccio cadere a terra assieme alle mutande, senza spostare lo sguardo dal tuo culo in attesa. Avvicino il mio uccello e tu mi aiuti ad entrare dentro di te. Entro come nel burro, Inizio a spingere, mentre con le mani vago sulle tue chiappe, la tua schiena… Questo vestito ha una cerniera, la abbasso, sotto trovo il ...
... reggiseno, slaccio anche quello mentre tu stai muovendo il culo contro di me. Ok non riuscirò mai a toglierti questo vestito senza smettere di spingere, e non ne ho nessuna intenzione…però posso infilare le mani dentro… sotto il reggiseno… e afferrarti. Ti afferro le tette con forza, mentre spingo sempre più forte, stringo i capezzoli tra le dita, tu perdi il controllo e vieni accasciandoti sulla scrivania, le mie mani sono incastrate tra il tavolo e il tuo seno, cado su di te. Continuo a spingere ridendo. “non mi sporcare il vestito!” “ci provo!” “COME CI PROVO ?” Ti giri di scatto e mi dai una spinta per farmi sedere sulla sedia, non faccio in tempo a capire che succede che hai già il mio cazzo in gola. “ma por…” Vengo, esplodo, nella tua bocca, nella tua gola, non mi dai tregua, mi tieni dentro fino a quando non ne ho più e sono un burattino svuotato, buttato sulla sedia. Poi ti alzi, mi guardi con un sorrisino divertito, controlli di non esserti sporcata, e con la tua solita eleganza ti rimetti le mutande, sistemi il vestito, rinfili le scarpe, una pettinata ai capelli, poi mi guardi. “adesso possiamo andare? dai su, datti una mossa, cambiati! Ho ancora fame e mi hai promesso una cena!”