La finestra - seconda parte
Data: 08/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Calicanto165
Ancorato.
Sei ben ancorato quindi è naturale per me pensare a noi due in.questa posizione come a una nave ferma nel porto. Mi viene in mente che in questa falsa immobilità c'è un' attività frenetica a bordo. Mille pensieri non mi abbandonano mai in questi pochi secondi di transizione, come nel cambio di scena a sipario alzato. Sorrido eccitata e compiaciuta perché penso alle mie due poppe che ho già unito alla spina dorsale del nostro scafo. In questa situazione sei una prua inutile senza il mio seno premuto. Fondo i capezzoli in un' unica poppa. Mia è anche la tua ora. Stiamo lucidando di umori il ponte che ci unisce. Ancora non vedo la tua prua solcare il mare delle voglie, ma sorrido nel sentirmi la tua poppa perché ne sono anche il motore, l' elica che ora spinge per salpare. La similitudine mi affascina e mi dà ancora più slancio verso di te.
Appoggio la fronte sulla tua schiena, scosto di poco il bacino per far aderire spudoratamente la fica sulla tua coscia e la strofino contro la tela ruvida che indossi; la pelle tenera si irrita e arrossa, ma non mi fermo. Il fruscio non è più solo un rumore, diventa visibile perché le mie grandi labbra schiumano come fanno le eliche nel porto.
"Smettila di strusciarti come una cagna in calore, toccati senza ritegno, invece che ingropparti la mia gamba ! Non dimenticare che sei cagna e femmina, non hai il cazzo!". La voce nuovamente tuona e riemerge dalla tua gola.
Frase che non accetterei mai dalla maggior parte degli ...
... uomini eppure mi pare così distinto quel pronunciare parole perentorie che rimango bloccata. Sembra che qualcuno, improvvisamente, abbia acceso la luce nella stanza.
Il battito accelera, il viso avvampa per il fluire del sangue, non mi vedo, ma lo.sento. È un qualcosa di insopportabile e imbarazzante questo arrossire ancora come una ragazzina. Non devo negarlo a me stessa. Mi piace questo imbarazzo perché mi sento viva e protagonista ed è un gran piacere ubbidire come hai fatto tu fino a ora.
È vero, non ho il cazzo e tu ne sei consapevole, l' hai detto sadicamente sapendo che ti sto possedendo dopo che ci siamo confessati in diverse occasioni, che potrei indossare uno strap-on un giorno e scoparti brutalmente. Giochi con questo paradosso perché sai che sarà un' altra storia, non questa. La perfezione dell' intesa è data dalla traccia di desiderio che inventiamo per poi saperla vivere trasformandola in realtà.
Ora mi lascio andare, devo dimenticare quel ritegno. Mollo i miei ormeggi. Mi accarezzo il monte di Venere, scendo fino al perineo, lo solletico, risalgo. Scosto le grandi labbra, ne tocco l' interno, mi frugo cercando il clitoride e strofinandolo con l"indice; sento sensazioni familiari così difficili da descrivere...sono scosse? Fremiti? Lo schiaccio, cerco di afferrarlo, ma mi sfugge impudente. Ogni volta che mi masturbo, sembro scoprire angoli di me totalmente sconosciuti, centimetri di pelle che non avevo mai percorso
Nella testa scoppia l' idea che mi ...