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Affanno
Data: 14/10/2017, Categorie: Poesia, Autore: Gregorio Erizzo
Di me non son padrone; e non cerco certo scuse, di nessuna sorta. Son solo, in un androne, dimentico d'altre muse, davanti ad una porta. Aprimi. Ché te lo chiedo. Tu spasimi e io lo vedo. Non mi dire no. Cosicché potrò accarezzare le tue braccia; passar piano la tua faccia; fare uno d'ambedue passar mie, su labbra tue; Prenderti in braccio e strigerti forte; palparti un po' a casaccio; baciarti, con buona sorte. Anche lì dove scrollo i miei assilli, E farò sì che tu nettare distilli. Lasciati dire da tuo assaggiatore, che mi fai impazzire, oh, mio splendore. Gli altri, il niente, che cosa sanno? ti amo io, follemente... toglimi perciò adesso, anche quest'affanno.
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