131 - La giovane Erica e il cazzone del nonno
Data: 16/10/2017,
Categorie:
Etero
Incesti
Autoerotismo
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... Quando dissi ai miei che non volevo più andare al mare ma volevo tornare dai nonni di campagna, ci fu una specie di rivoluzione.In effetti, avevo fatto fuoco e fiamme per andare al mare e dopo qualche anno�.Spiegai loro il vero motivo per cui avevo fatto quella scelta e i miei con sorrisi vari e ammiccamenti molto significativi telefonarono a Nonno Stefano e nonna Agnese. I miei nonnini, si dissero entusiasti di rivedermi dopo così tanto tempo e fu così che assieme a Massimo partii per le vacanze estive. Lui mi accompagnò a casa di miei nonni e raggiunse la casa dei suoi zii. Erano trascorsi alcuni anni da quando avevo visto per l�ultima volta il nonno e la nonna e così quando scesi dalla macchina, loro mi vennero incontro con stampata in viso un misto di incredulità e sorpresa. Mi avevano lasciata bambina appena dodicenne ed ora si trovavano dinnanzi una donnina ormai maggiorenne e fisicamente cresciuta e formata. Mille complimenti e come al solito una accoglienza molto affettuosa e ossequiosa, come se io fossi la regina d�Inghilterra. Immersa in quella pace così rilassante e rigenerante, trascorsi i primi giorni di vacanza, di giorno stavo con i nonni, il più delle volte a prendere il sole sotto l'albero del fico, che fungeva da naturale ombrellone, mentre la sera uscivo con il mio dolce e innamoratissimo Massimo. Si andava in località vicine a bere qualcosa e a passare il tempo passeggiando in mezzo a quei vicoli antichi, pieni di archi fatti con le pietre, dove ...
... l�acciottolato irregolare rischiava di compromettere seriamente le mie deboli ed esili caviglie. Era un paesino molto romantico e noi ci fermavamo spesso dentro un incavo di un muro o all�interno di un portone aperto per scambiarci fuggevoli baci e ansiti soffocati. In quei momenti le nostre mani esploravano timidamente e fugacemente i nostri corpi alla ricerca di passioni a lungo sopite, poi un passante o un gatto che fuggiva, ci metteva in allarme e quindi lestamente ci ricomponevamo, ed uscivamo guardinghi da quel provvisorio nascondiglio e con fare indifferente camminavamo mano nella mano. Considerammo che almeno, quando eravamo in città, o a casa sua o a casa mia, il tempo e lo spazio per scambiarci effusioni e non solo quelle lo trovavamo. Qui, non sapevamo dove andare e la proposta di lui che mi invitò a farlo in macchina mi trovò contraria e spaventata. Si, mi spaventai a priori, avevo paura dei guardoni, dei mostri, tipo quello di Firenze, insomma gli dissi che non mi andava e che piuttosto durante quelle vacanze ci saremmo tenuti le nostre rispettive fregole e sicuramente avremmo poi recuperato una volta giunti nuovamente a casa. Trascorsero altri tre giorni e il dì seguente, al mattino presto, i nonni mi comunicarono che sarebbero andati a Bologna da un medico specialista per una visita agli occhi che avevano prenotato tempo addietro per la nonna. Appena loro se ne furono andati, presi il cellulare e telefonai immediatamente a Massimo, quale migliore occasione per fare ...