LO SPECCHIO
Data: 18/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: scrittore erotico
Ero seduto al tavolino di un bar, sfogliavo e leggevo un giornale. Ero perso nei miei pensieri quando da dietro, dalle mie spalle, sentii, giungere alle mie orecchie, parole provenire da una voce femminile dolce, dolcissima, soave e lieve. Mi bloccai. Il mio cervello cancellò ogni mio pensiero. L'unica cosa che m'importava, in quel preciso istante, era sentire quella voce. Sentire il più possibile quella voce. E scoprire di chi fosse. Di quale donna fosse. Non potevo girarmi, sarebbe stato troppo evidente il mio interesse. E allora mi alzai, portando la tazzina del caffè al bancone, per avere poi, una volta tornato al mio tavolino e sedutomi, la possibilità di sistemarmi in una posizione frontale. Volevo vedere da quale bocca uscisse quella voce e volevo osservare a quale viso apparteneva la bocca e volevo guardare a quale corpo apparteneva il viso. E allora successe che arrivato al tavolino alzai lo sguardo perché volevo che mi apparisse all'improvviso. E fu lei. Labbra da baciare, capelli neri da accarezzare, occhi neri e grandi da guardare. Corpo da accarezzare, da possedere, da amare. Mi sedetti sulla sedia lentamente senza mai togliere lo sguardo su di lei. E lei se ne accorse. Perché continuando a parlare con l'uomo di fronte ogni tanto lanciava uno sguardo. Io ero concentrato, fisso, immobile su di lei. Solo lei poteva sapere e vedere che la guardavo. Nessun altro. E non spostai per un attimo i miei occhi fissi su di lei. Passavano secondi, minuti, non lo so. Ma io ...
... ero li. Lei era a meno di un metro da me. Più guardava verso di me e più mi rendevo conto che diventava nervosa, impaziente. Ticchettava con i polpastrelli sul tavolo. Si muoveva. La sua voce dolce, dolcissima era la stessa. Soave e lieve. Immaginai di parlare con lei. Anzi di ascoltare lei. Di ascoltare le sue parole solo per me. Ma il mio sogno si spezzo. L'uomo con lei con fare brusco disse qualche parola che non capii. Si alzò ed andò via. Lasciandola li seduta al tavolino del bar. Era a meno di un metro da me ed era sola. Sola. La guardavo. Mi guardava. Continuai a fissarla sperando in una sua reazione. Divenne rossa. Le sue guance arrossirono. Si alzo e passandomi accanto, lasciò dietro di se la scia del suo profumo. Si avvio verso le scalette del bar che conducevano, nel piano inferiore, ai bagni. Passo qualche secondo. Mi alzai e senza importarmi di nulla la seguii. Scesi rapidamente le scale. Arrivai davanti alla porta dell'unico bagno, girai la maniglia ed entrai. Era li a pochi centimetri da me, nell'antibagno. Era li che guardava nello specchio se stessa. Ed io sul ciglio della porta guardavo che lei specchiarsi. Mi avvicinai. Le fui dietro. Le fui addosso. Lei mi guardava nello specchio, attraverso lo specchio, fisso negli occhi. Le mie mani si muovevano automaticamente. Le alzai la gonne, le abbassai le mutandine, sbottonai il pantalone, abbassai i miei boxer. Ed in un attimo fui dentro di lei. E lei dentro di me. La presi, selvaggiamente, aspettando che godesse. ...