Sibilla e le fecondazione eterologa
Data: 01/06/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: messerfrankfurther
... il cazzo gonfio di sborra, quella fica così’ stretta e bagnata e così morbida lo stava mettendo a dura prova aveva voglia di sborrare dentro e di riempirla, ma voleva anche godersela quella bella femmina perché non gli sarebbe mai più capitata un’occasione del genere così rallentò facendo morire di piacere Sibilla, era completamente sconvolta dal folle piacere che provava, c’erano tanti elementi che la infiammavano, stava tradendo suo marito nel loro letto, il marito era di sotto e sapeva che stava scopando con un altro, quell’uomo aveva un cazzo enorme, il triplo più grosso del suo e doveva sborrarle dentro, metterla incinta, era così sconvolta che girò leggermente la testa verso il suo amante e gli offrì la bocca, Arturo rispose limonandola passionalmente mentre le sue mani impastavano instancabilmente quelle poppe così sode e morbide, e il suo cazzo stantuffava indomito dentro di lei, le loro lingue si staccarono e un filo di saliva si tese fra i due mentre Arturo disse che stava per sborrare… Sibilla fu colta da un altro orgasmo a sentire la parola sborra e stupendosi di se stessa gridò di sborrarle dentro di riempirla tutta, i suoi gemiti prima trattenuti ora si alzavano senza alcun ritegno nella notte, Enzo li udiva giù nello studio e si rodeva di gelosia, sua moglie non aveva mai gridato così durante l’amplesso, anche da fidanzati era sempre stata silenziosa, ora invece sembrava una pornoattrice, i gemiti erano squillanti e venivano accompagnati da frasi sconce, ...
... sporche, non riusciva a credere che quella donna così porca e arrapata potesse essere Sibilla, la donna mite e pudica che aveva conosciuto.
Arturo sborrò dentro di lei, la inondò svuotandosi completamente i coglioni, poi sfiniti si addormentarono in quella posizione, con il cazzo gocciolante che pendeva molle ma gonfio e ancora grosso nel solco delle natiche e le mani che non mollavano la presa da quelle tettone.
Si svegliarono entrambi alle tre di notte, Sibilla accese la luce e si fece ammirare nuda, voleva vedere quel cazzo che l’aveva resa così felice e che l’avrebbe resa madre.
Arturo si mise un cuscino dietro la testa e offrì il suo cazzo in semierezione allo sguardo lubrico di lei. Sibilla se lo mangiò con gli occhi poi si sdraiò ai piedi di lui e si dispose a praticargli un pompino. Non era semplice prendere in bocca un cazzo così grosso per quanto cercasse riusciva a ingoiarne appena la cappella che le riempiva la bocca facendole male, era diventato subito durissimo e minaccioso, era un cazzo davvero incredibile, svettava duro e imponente, un cazzo in grado di rendere felice ogni femmina ed era attaccato ad un uomo insignificante, un uomo bruttino e povero per cui non avrebbe dato una lira e che pure ora adorava e riveriva come un imperatore, e se quell’uomo gli avesse chiesto di strisciare per terra lei lo avrebbe fatto purché alla fine quell’uomo l’avesse fatta sua per ore chiavandola instancabilmente con quell’uccello enorme. Quando le sue mascelle furono ...