1. Dio come odio la pioggia


    Data: 16/06/2019, Categorie: Anale Prime Esperienze Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... le labbra lasciai che i miei denti strisciassero leggermente sulla sua pelle delicata, vellutata e morbida. La mia lingua turbinò intorno alla cappella, corse sotto la cresta prima che le miei labbra ancora una volta si chiudessero e me lo infilassi in gola.Marco ora stava sgroppando sotto me, le sue anche salivano per spingere profondamente nella mia bocca quanto era possibile, le sue mani scivolavano tra le sue gambe per accarezzarsi il sacco, era piuttosto rumoroso, mi piacevano i suoi forti lamenti, gemeva, ringhiava, faceva una sinfonia completa di suoni mentre io succhiavo volenterosamente il suo pene turgido. Il mio cazzo colava per il piacere ed io rilasciai il suo per lo stretto tempo necessario per liberare il mio.Lui stava per venire, lo capivo dal suo modo di contorcersi. Lasciai andare la sua erezione (Ovviamente lui protestò rumorosamente) ed aprii uno dei cassetti del mio tavolo di lavoro.Rovistando febbrilmente tra articoli indesiderati, gomitoli di cotone, strofinacci, punte, finalmente trovai un preservativo nella sua confezione ed un piccolo tubo di lubrificante iniziato ma sufficiente.Grazie a Dio, perché non avrei voluto ricorrere allo svitol per lubrificarlo.Con Marco sulle mani e le ginocchia tentai di diminuire le sue paure prendendomi cura del suo buco del culo e la cosa sembrò funzionare.Dopo aver leccato per alcuni momenti il suo piccolo buco che mi faceva l'occhiolino, lui ritornò a gemere e dimenare le anche. Spremetti fuori quello che rimaneva ...
    ... del lubrificante e ne rivestii la mia asta ed il suo piccolo bocciolo di rosa corrugato. Feci scivolare un dito nel suo buco ignorando il suo guaito di sorpresa. ‘Dio, è così stretto da fermarmi la circolazione!’ pensai mentre gli facevo un lento ditalino. Decisi di prepararlo come meglio potevo per non più di sessanta secondi, il tempo che il mio cazzo poteva resistere prima di prendere il controllo della situazione e sbattersi nel suo sedere.Ruotando il dito gli carezzai la prostata e chinai la bocca a pizzicare la carne morbida delle sue natiche. Marco aveva cominciato a carezzarsi l’uccello, evidentemente impaziente per come gliel’avevo abbandonato. Facendo mentalmente spallucce, aggiunsi un altro dito facendolo scivolare dentro accanto all’altro. Torcendoli provocai un altro guaito di Marco e sbirciando tra le sue gambe vidi la sua mano che menava furiosamente il suo cazzo. Avrebbe potuto eiaculare da un momento all’altro.Rimossi le dita che uscirono con un lieve ‘plop’ e le sostituii col mio cazzo. Era come inculare un forno. Il suo retto era così caldo e strinse così ermeticamente il mio uccello che per un momento temetti che mi tagliasse il pene o me lo bruciasse.Mi spinsi dentro di lui sino alla radice. Ok, pensai, ora posso anche morire e morirei da uomo felice. Quasi sorpreso di essere ancora in grado di respirare e proprietario di un’erezione e di un paio di palle che avevano raggiunto la taglia di uova, cominciai a muovere le anche, spingendo profondamente dentro ...