1. La terrazza


    Data: 21/08/2017, Categorie: Etero Autore: Mr Gwyn, Fonte: EroticiRacconti

    ... di entrare in casa. Il sistema di areazione teneva la temperatura in perfetto equilibrio, Eugenia mi prese per mano e mi fece strada verso la camera da letto, lo stile essenziale era rigoroso e bianco. Cominciammo a spogliarci dei pochi vestiti che ci coprivano, il tutto senza dire una parola, come se dopo tutto quel tempo, quel momento fosse la meta alla quale entrambi sapevamo saremmo giunti quando sarebbe stato il momento. Ci sdraiammo sul letto e le nostre bocche si incontrarono, intrecciando le nostre lingue fameliche ed ebbre di vino. Le mie mani scivolarono sul suo corpo nudo, scesi sui capezzoli turgidi e li succhiai come un cioccolatino gustoso e sapido, sentendoli diventare ancora più duri sotto il palato, le sue labbra s’impadronirono del mio collo, succhiandolo e mordendolo, poi scesi lungo la linea dell’ombelico e giunsi in prossimità del Monte di Venere, piccoli riccioli biondi lo ornavano, come una corona di rose su un altare, mi spinsi tra le sue labbra rosee e umide di quel nettare che solo agli Dei è permesso suggere, la mia lingua ne bevve con avidità, le succhiai il clitoride con dolce veemenza e riempii le mie ...
    ... orecchie dei suoi caldi mugolii, tra le sue cosce stavo conoscendo il suo piacere, mi trascinai su di lei e poggiai la testa del mio fungo scarlatto all’entrata della sua calda fica, fui dentro in un attimo e cominciai a muovermi, guardando le sue rughe distendersi dal godimento, mentre la lingua roteava sulle labbra tumide. Le gambe si attorcigliarono intorno ai miei fianchi, mentre i colpi aumentavano, l’onda del suo orgasmo la trascinò sulla mia riva, sentii gli spasmi del suo sesso avvolgere il mio. Si sciolse da me e scivolò tra le mie gambe afferrando con dolcezza il membro che fino a poco prima era dentro di lei, lo condusse alla sua lingua, solleticandolo e attraversandolo per tutta la lunghezza con morbide leccate, poi lo fece scomparire nella bocca, succhiandolo con passione, il mio rantolo anticipò il primo fiotto di sperma, che la colpì in fondo alla gola, poi arrivarono gli altri, le palle si ammorbidirono ed Eugenia mi bevve tutto. Rimanemmo distesi sul candore di quel lenzuolo per ore, ricominciando più volte, fino all’alba, quando la luce entrò obliqua nella stanza, accogliendo il nostro riposo. virgil.oldman@libero.it 
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