1. Doppelganger. O di come inizia la pesca.


    Data: 28/06/2019, Categorie: Masturbazione Autore: Sybelle.

    ... le dita per il semplice, blasfemo piacere di far del male. Non lo faccio, sia chiaro. Ma è faticoso. L'idea di unghie, denti che affondano, è buffo da dire, è sbagliato, ma mi assilla. Non è nella mia natura, ma mi assilla. Mi assilla. Rileggo le mail, cerco di aggrapparmi a qualcosa, qualsiasi cosa per ignorare quel suono. Schioccare sgraziato di denti, ticchettio di unghie lunghe sul pavimento. Necessità di divorare il mondo. Di autodistruzione. Rileggo quella bozza, fissando il display dello smartphone per non cercarla con lo sguardo. Sussulto, quando sento le mie stesse dita pinzare, con forza, la stoffa della t-shirt usata come pigiama, imprigionando il capezzolo in una morsa dolorosa. Non è sano, non è sano e lo so. Ma funziona. Affondo i denti nel labbro inferiore, strozzando il sospiro, il lamento. Potrei, non avendo ospiti in casa, ma certe abitudini son dure a morire. Oppure, inconsciamente, non voglio darle la soddisfazione di sentirmi. Continuo la lettura, cercando di prestare tutta la mia attenzione a quella mail e non alla ...
    ... chiazza scura che mi convinco di vedere, con la coda dell'occhio. Dita che allentano la stretta, per poi accentuarla, torcendo al tempo stesso. Sapore di ferro in bocca. Scalcio via il lenzuolo, lasciando scoperte le gambe mentre sento scorrer le dita sul ventre, sfiorando la pelle con i polpastrelli. Brividi di tensione. Di piacere. Superata la resistenza dell'elastico delle mutandine, percepisco l'accenno di ricrescita prima, l'umido tepore della mia intimità poi. Tengo gli occhi chiusi, il telefono ormai abbandonato sul materasso, mentre mi sfioro, come a cercare contrasto con quanto fatto in precedenza. Artiglio il lenzuolo con la mano libera, non riuscendo a trattenere un mugolio di piacere. Dita che esplorano, carezzano, affondano. La sento schioccare le fauci ancora un'ultima volta, poco prima che il piacere mi colga, improvviso, violento. Urlo. Stesa sul letto, vedo i primi timidi raggi di sole filtrare tra le tapparelle, resi rosati dal tessuto delle tende. Anche questa notte è andata. Posso gestirla. Posso riuscirci, a tirarla su. Posso. 
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