1. Il satiro


    Data: 12/07/2019, Categorie: Etero Autore: crowley71, Fonte: Annunci69

    ... l’anima e il cuore da farle dimenticare il voto di castità delle vestali? E soprattutto, come poteva lei, vergine e timida, fare ciò che stava per fare… con un essere mezzo animale? Ipazia guardò in viso Scamandro e la sua mano si portò verso l’enorme pene del satiro. Iniziò un movimento lento e delicato… il satiro guardava Ipazia e, stupito, si godeva quell’attimo piacevole mugolando. La mano di Ipazia continuava quel dolce movimento portando il satiro al culmine del piacere.
    
    Era davvero enorme quel membro quasi animale.
    
    Ipazia lasciò la mano, si alzò in piedi spogliandosi della candida tunica rimanendo nuda davanti a Scamandro.
    
    Scamandro, con entrambe le mani, prese i piccoli seni di Ipazia portandone uno alla bocca iniziando a leccarne il capezzolo.
    
    In quell’attimo Ipazia guardò Scamandro, distendendosi nell’erba soffice e umida con le gambe aperte: «Dai Scamandro… leccami! Dissetati alla mia dolce fonte». Il satiro guarda Ipazia, le bacia i piedi e le gambe portandosi verso quella bellissima vagina vergine.
    
    Qualche leccata a quel dolce fiore poi Ipazia: «Dai Scamandro, fammi tua… voglio sentirti dentro»
    
    A quelle parole, Scamandro guardò Ipazia e le disse: «No Ipazia, tu sei vestale e vergine. Sarebbe un’unione non umana ma bestiale. Nulla abbiamo in comune se non l’aver unito per qualche attimo due solitudini. Torna alla tua vita nel tempio e io tornerò nei boschi. E’ stato un incontro meraviglioso che continuerà a vivere nella nostra memoria per sempre: unire le nostre vite sarebbe impossibile». Detto questo, Scamandro fuggì nei boschi: non si videro più. Ipazia tornò al tempio, senza poter dimenticare quel satiro così umano.
    
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