1. Alla fine di un pompino


    Data: 08/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... prima e la seconda, la terza della serata; la degustava per scoprirne gli infiniti chiaroscuri del suo sapore speziato.
    
    Spremo bene dai coglioni
    
    Tutto il sugo che componi,
    
    Lo raccolgo dal taglietto
    
    Che ti faccio bello netto.
    
    Ruggero era stato una pietra miliare per la sua vita: non solo gli aveva insegnato a ingoiare la sua sborra, facendogli capire e apprezzare tutte le infinite sfumature di gusto e di odore di quel sublime succo maschile.
    
    Eh, sì, Ruggero gli aveva spiegato che la sborra non va solo gustata, ma va anche annusata con cura. Certe volte aveva sborrato sui suoi slip e glieli aveva fatti annusare, facendogli notare quelle differenze spesso impalpabili a seconda della parte che la sborra aveva impregnato: inutile dire che particolarmente conturbante era la coppa che aveva contenuto i coglioni, dove il tessuto era già intriso di sudore e si creava quella mescolanza unica di odori, che lo faceva impazzire.
    
    Ma non soltanto questo gli aveva insegnato Ruggero: gli aveva insegnato anche che il cazzo non va abbandonato una volta che ha donato il suo frutto: è un momento delicato questo, il birillo è stremato, va perdendo le sue forze, è debole, inerme, insicuro: ha bisogno di essere ...
    ... coccolato, ha bisogno di sentirsi ancora amato. È questo il momento in cui dobbiamo prodigargli le cure maggiori, mentre gustiamo i suoi ultimi doni.
    
    Alla fine del pompino,
    
    Il tuo cazzo malandrino
    
    Me lo sento in bocca floscio,
    
    ma mi piace pure moscio.
    
    In quel momento, Walter sentì suonare il campanello alla porta: Ruggero! Saltò in piedi, non solo fremendo nell’aspettativa del piacere che avrebbe dato e ricevuto, ma anche compiaciuto per il dono della poesia che avrebbe fatto all’amato. Già vedeva il bel volto diventare rosso e poi lo sentiva scoppiare a ridere, mentre lui già gli sbottonava i pantaloni e glielo tirava fuori ancora sulla porta.
    
    Ruggero gli fece l’occhiolino, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Walter scorse il suo cazzo già teso di traverso sotto i jeans. Allora tese all’amico il foglio con la poesia scribacchiata:
    
    “E’ per te”, gli disse.
    
    “Per me?” fece Ruggero, diventando tutto rosso mentre leggeva i primi versi.
    
    E poi fu una risata scrosciante, mentre Walter in ginocchio gli tirava i jeans e le mutande a mezza coscia.
    
    “Oh!... sei davvero bravo, amore mio… - sospirò Ruggero, spingendogli il cazzo in bocca – Sei davvero bravo in tutte le cose che fai.”
    
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