Il gioiello di mia nipote
Data: 12/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: zia attempata
... compromettenti, ma..ecco, ero una giovanissima sposa quando la vita ,senza che io facessi nulla per far accadere certe cose, mi fece conoscere un signore anziano che si rivelo’ essere enormemente dotato e.. diciamo che me lo son goduto per un po’..credo che prima o poi succeda a tutte le donne, anche solo per curiosita’ finisce che una decide di provarlo e poi lo ricorda per sempre.. Quel pomeriggio , in poche parole, Lina mi chiese di farle da “chaperon”. “Tu vivi sola” mi disse “ zio non c’ e’ piu’ e se mi vuoi bene, io potrei venire qui ogni tanto, che mio marito non sospetterebbe che ti stima e ti vuole bene ed io potrei andare in camera da letto con quel ragazzo che ti ho detto per farmelo in pace” La faccenda puzzava, se il marito avesse scoperto la tresca mi avrebbe fatto spezzare le gambe ..se non peggio..e poi non volevo mettermi a fare la tenutaria. Comunque alla fine acconsentii con la segreta speranza di conoscere il ragazzo per parlargli e fare in modo che, prima che accadesse l’irreparabile, smettesse di essere il toy boy di mia nipote,ero disposta anche a fargli un congruo regalo pur di salvaguardare il futuro di mia nipote. Dopo qualche settimana, calmate le acque con il marito, mia nipote si presento’ un pomeriggio dicendomi che dopo una oretta sarebbe arrivato quel ragazzo.. Io ero imbarazzatissima e stavo quasi per dirle che era meglio non se ne facesse nulla quando bussarono alla porta.. Era proprio un bel ragazzo, comunque senza por tempo in mezzo se ne ...
... andarono nella mia camera da letto dalla quale uscirono dopo un paio di orette. Mia nipote, raggiante, mi saluto’ con un bacio e se ne ando’ un po’ malferma sulle gambe spingendole avanti leggermente divaricate..Lui sarebbe andato via dopo un po’ quando saremmo stati abbastanza sicuri che non ci fosse nessuno giu’ al palazzo ad attenderlo o a spiare. Era l’occasione giusta per parlargli. Lo feci accomodare sul divano e gli dissi che andavo a preparare un caffe’ che dovevamo fare quattro chiacchiere..Lui accetto’ con un largo sorriso. Non so cosa avesse capito ma quando tornai dalla cucina lui era sempre seduto sul divano ma aveva tirato fuori la sua grossa proboscide , l’agitava tenendola con la mano destra e sorrideva sicuro di essere irresistibile. Io rimasi di stucco, avrei voluto gridare e buttarlo fuori ma come avrei giustificato la cosa e cosa avrebbero pensato nel palazzo?.. Posai il vassoio sul tavolinetto e gli dissi che non aveva capito ,gli dissi che io volevo solo parlargli..che non era bello e corretto che lui facesse quelle cose sconce. Lui mi si avvicino’ , mi prese una mano e mi fece sedere sul divano accanto a lui, prese la mia mano e mi fece toccare il suo cazzo. Io ho sessanta anni, lui poteva essere mio figlio, no, non potevo cedere al desiderio che sentivo crescermi dentro, non potevo essere una troia anche io..o forse si, forse lo ero, forse lo ero sempre stata ma non avevo mai avuto l’occasione.. Non avevo mai visto un cazzo circonciso, la sua capocchia ...