1. Il debito di diego


    Data: 19/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar

    ... non aveva neanche le mutande sotto la tuta da lavoro. Si aprì la zip e mi presentò un uccello quasi in tiro: “Succhia, che serve bello duro per aprirti il culo.”
    
    Lo feci con avidità, ma non per molto tempo. Diego mi fece alzare, facendomi mettere a quattro zampe sul divano. Il ragazzo, intanto, si era tolto la tuta sporca di grasso, e se ne stava con la maglietta bianca e l'uccello durissimo in mezzo alla stanza, come ad aspettare che un servitore gli mettesse a posto il buco in cui svuotarsi le palle.
    
    Cominciai a masturbarmi mentre l’uomo mi leccava il culo. Si gettò con la lingua sul mio orifizio. Leccava, leccava il culo, o la figa come la chiamava lui, le zone vicine, lisce o con i pochi peli sfuggiti alla ceretta. Alternava movimenti lenti e profondi a piccole pennellate accostate.
    
    Trovai il coraggio di afferrargli il polso e, guardandolo negli occhi, spinsi la sua mano contro la mia apertura anale, per fargli capire di entrare. Sentii il suo indice farsi strada, ma a fatica il secondo. Quindi, gli presi tre dita e le leccai, lasciandogli dappertutto abbondante saliva. Stavolta scivolarono dentro immediatamente. Percepii le unghie e le falangi che dentro di me che si muovevano, mentre con il pollice mi accarezzava l’attaccatura dell’uccello. Mi piaceva, ma volevo il suo bel cazzo.
    
    - “Infilamelo, ti prego…” - lo supplicai, lasciando che i suoi occhi si accendessero eccitati.
    
    Sfilò le dita e mi divaricò le natiche, sputandoci abbondantemente.
    
    Sentii ...
    ... l’orgasmo vicinissimo, ma quello improvvisamente si fermò. Diego si era avvicinato a lui e lo aveva indispettito: “Oh… Che cazzo vuoi?
    
    - “Tranquillo. Non voglio niente…Siamo d’accordo?”
    
    - "Fatti fare un pompino, così ce la dividiamo la tua baldracca!"
    
    - “Sicuro? Non è che poi fai l’infame?”
    
    - “Vai va…” - e, afferrandomi i capelli mi costrinse a inarcare la schiena.
    
    Non esitai molto quando mi ritrovai il cazzo pulsante di Diego a pochi centimetri dalla faccia. Mi spinse la testa contro il suo uccello e io iniziai a inumidirgli l'asta con le labbra per poi farlo affondare in bocca.
    
    Il meccanico, abbassandomi i fianchi, intanto, mi infilava la cappella nel culo. Il suo cazzo entrò e mi allargò, facendomi sentire completamente posseduto. Iniziò a muoversi, lasciando che le pareti si dilatassero attorno all’asta.
    
    Diego con violenza mi prese la testa e la schiacciò sul suo uccello, quasi soffocandomi. Solo allora mi ricordai che c'era mio cognato che assisteva alla scena, ma non riuscivo a smettere di godere. Mentre gemevo, mio cognato, che aveva l'uccello che non stava più nei pantaloni, cominciò a segarsi aprendo un po’ di più la porta.
    
    In quell’istante, Diego, che se lo stava menando a fianco dell’amico, mi riprese la testa per i capelli, mi infilò il cazzo in bocca e, dopo un secondo, mi sborrò a fiotti in gola.
    
    La cappella del ragazzo che strisciava avanti e indietro, contemporaneamente, mi provocò un orgasmo poderoso. Non gridai, ma emisi solo un gemito ...