Il collare
Data: 20/08/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: chicco
So che leggi con avidità i racconti di questo sito. Tanti ne abbiamo letti insieme, tanti ne hai letti su mia segnalazione... su mio ordine. Perciò è così che ho deciso di dirtelo. Spesso abbiamo immaginato come sarebbe stato far sapere a tutti di noi così, scrivendone qui. Lo faccio a tua insaputa, parlando dell'ultima scintilla di noi. E lo faccio per te, non per loro e non per noi. Non più.Me l'hai detto piangendo, implorandomi di punirti come non mai, perché non eri stata in grado di impedirlo. Io non ne sapevo niente perché già le prime volte che ci siamo parlati ti avevo ordinato di tenere l'altra metà della tua vita lontana da Noi.Tuo marito, l'unico uomo dell'altra metà di te stessa, ha accettato una promozione che porta con se un trasferimento lontano da qui, lontano da me. Lontano da noi. Non riuscivi a trattenere le lacrime ed io provavo qualcosa di dannatamente simile mentre ti guardavo, per quella che sarebbe probabilmente stata l'ultima volta, iniziare la tua transizione. Davanti ai miei occhi la donna "normale", madre, moglie, sorella, amica, conoscente, negoziante del tutto normale che tutto il resto del mondo conosce, si spoglia della sua natura superficiale assieme ai vestiti che la coprono, finché non rimane una stupenda bellezza nuda che, indossato il suo collare, si tramuta istantaneamente nella mia fiera e sottomessa serva.I tuoi occhi abbandonavano immediatamente i miei, abbassandosi, remissivo atteggiamento che avevi così bene imparato a fare ...
... tuo... La benda, la tua amata benda, ti privava poi della luce, affidandoti come sempre alla mia guida. Ti ho condotta alla sedi, la gelida sedia di metallo compagna della tua crescita, della tua evoluzione. Le tue mani in automatico si sono portate dietro la schiena, offrendosi alle corde che così tante volte t'hanno stretta, costretta, abbracciata.Legata e bendata, nuda, con le lacrime che non hanno smesso un istante di rigare le tue guance, ti ho guardata a lungo, aspettando e facendoti aspettare, privandoti della mia presenza, per accrescere il tuo bisogno di me. Per amplificare l'effetto de mio ritorno sul tuo corpo. Mi avevi sentito tornare poi, inconsapevole di quale fosse l'oggetto scelto, di quale fosse la parte del tuo corpo che sarebbe stata coinvolta. Le tue cosce spalancate, la pelle candida, liscia, priva dei segni che qualche volta ho voluto, ho dovuto, lasciare su di essa. Il seno pieno e rigoglioso, dagli scuri e grandi capezzoli che tradiscono sempre la tua eccitazione. Quel seno che a stento eri consapevole di possedere e di poter usare, quel seno che insieme abbiamo trasformato in uno strumento per dare e per ricevere sensazioni, emozioni, piacere. Quel seno, quei capezzoli, che ho scelto questa volta per cominciare.Le due piccole mollettine metalliche le conoscevi bene, quante volte le avevi attese, le avevi ricevute, le avevi amate. Si erano chiuse sui tuoi capezzoli col consueto Clik, accompagnate dal tuo sussulto, dal tuo gemito, da una nuova ondata di ...