1. Il mio harem - 2


    Data: 24/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: SILVIA, Fonte: EroticiRacconti

    Mi risveglio ed apro lentamente gli occhi. Un raggio di sole entra in camera dalle persiane socchiuse della finestra. Sono al centro del lettone e le mie due servizievoli ancelle sono ancora addormentate, ranicchiate ai piedi del letto. Mi stiro e sbadiglio, allungo le gambe e metto i piedi vicino alle loro bocche. E' stato fantastico ieri sera, me li hanno puliti benissimo e ciò mi ha procurato una grande soddisfazione, voglio riprovarci. Si svegliano e vedendo i piedi sul loro viso, capiscono al volo cosa devono fare. Iniziano a leccare, prima piano, poi sempre più insistentemente. Allargo le dita dei piedi e mi leccano in mezzo alle dita, mi succhiano dito per dito, rimanendo un pò con l'alluce i bocca come a succhiare un cazzetto. Sono brave queste troiette, mi danno un sordo piacere, mi piace il loro modo di accettare la sottomisiione, sono dolci e ubbidienti. Continuano ancora per qualche minuto e devo dire che questo trattamento sta riaccendendo in me, strani desideri. Sento formicolarmi dentro la fica ! Allora prendo un strapon dal comodino, mi alzo e lo indosso, guardandomi allo specchio e pavoneggiandomi con quel bel cazzo che si staglia tra le mie coscie. E' di color marrone, con una bella cappella rossa, fedele riproduzione del cazzo di un negro, realistico, con vene in rilievo e palle che pendono alla base. Faccio segno ad entrambe di avvicinarsi e le faccio inginocchiare per prenderlo nelle loro bocche fameliche. Leccano, succhiano, se lo affondano fino in ...
    ... gola, simulano un profondo pompino con il risultato di insalivarlo a dovere. Io intanto mi eccito di quello che vedo allo specchio, ovvero questi due maschietti affemminati, nudi, dediti alla loro padrona, ubbidienti e in piena adorazione di questo fallo di cui mi pavoneggio come fosse vero. Allora mi siedo sul bordo del letto, ne prendo una, oramai sono perfettamente uguali e non le distinguo neanche più, e le faccio segno di venire ad impalarsi. La malcapitata si avvicna titubante e le osservo le chiappette del culetto tondo che tra poco profanerò di nuovo. La prendo per i fianchi e dandomi la schiena la metto in verticale sul fallo ancora insalivato mentre l'altra guarda la scena mettendosi in ginocchio ai miei piedi. La prendo e la attiro a me, le punto il fallo tra le chiappe e la faccio scendere. Lei sospira forte, tira indietro la testa, forse sente dolore, ma non si lamenta e lascia che il fallo insalivato le scivoli dentro, apparentemente senza difficoltà. Ora è seduta su di me con il fallo ben conficcato nelle teneri carni mentre il respiro si fa più profondo, affannato. La sento uggiolare, quasi miagola, è un lamento sommesso, che immagino a metà starda tra il piacere ed il dolore. La sostengo ancora prendendola per i fianchi ed inizio ad imporre la danza sullo scettro, la faccio sobbalzare, le impongo il ritmo e lei cedevole si lascia fare e inizia a sostenersi da sola. Sono sicura che le sta piacendo ! Ora ho le mani libere e prendo entrambe le tettine, le accarezzo, ...
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