Il suo primo pompino
Data: 29/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: batman100
Era la mia segretaria, giovane mora dal seno prorompente e un viso che prometteva grandi cose.
La sua bocca era morbida e sensuale e i suoi occhi neri avrebbero steso chiunque.
In realtà era una ragazza molto timida e riservata ed era un po' imbranata con i ragazzi.
Io ero il suo capo, più grande di lei di circa 15 anni, ma nonostante questo destavo ancora un discreto interesse nelle ragazze.
In questo caso poi, c'era la condizione di capo-segretaria, che aumentava le mie possibilità di successo.
Spesso doveva presenziare delle riunioni fuori città che finivano la sera dopo cena.
QUella sera tornammo molto più tardi del solito e avevo degli importanti documenti che dovevo portare in ufficio.
Durante il viaggio di ritorno entrammo in argomento sesso, d'altra parte bastava guardarla per non pensare ad altro! Indossava una gonnellina corta che metteva in mostra le sue belle cosce e una camicetta bianca sbottonata davanti che evidenziava il solco fra le sue tette meravigliose.
Così al ritorno entrammo nel palazzo e mentre aspettavamo l'ascensore ero già eccitato e le mie battute si facevano sempre più pesanti.
Poi entrammo in ascensore e complice lo spazio ristretto e il suo profumo che mi inebriava, scherzando mi buttai su di lei per baciarla, pensando che mi avrebbe respinto.
E invece, inaspettatamente, sentii la sua bocca aprirsi per lasciare entrare la mia lingua e incontrai la sua, la succhiail la baicia profondamente e la sentii sciogliersi ...
... fra le mie braccia.
Arrivammo al piano ... troppo presto. velocemente entrammo in ufficio, e continua a baciarla con passione, mentre le mie mani ormai si erano impossessate del suo corpo.
Finalmente potevo toccare quel seno che avevo tanto desiderato, così sodo, così caldo, con due capezzoli rossi e duri come chiodi.
Lei ormai era persa, nel turbinio delle emozioni e si lasciava fare tutto. Avevo capito già da tempo che le piacevo e aspettavo solo il momento giusto per saltarle addosso.
Entrammo nella mia stanza dove c'era un grande tavolo da riunioni, l'appoggiai sul tavolo e la invitai a distendersi. Lei si lasciò guidare e si adagiò sul piano come una vergine da sacrificare all'altare del sesso.
Mi tolsi la giacca e la cravatta, mentre la guardavo di distesa. Sullo sfondo c'erano le vetrate dell'ufficio dalle quali si vedevano le colline illuminate da mille piccole luci. Era una scena da film, bellissima, solo che la stavamo vivendo davvero.
Mi avvicinai a lei, le sbottonai la camicetta e feci uscire quel seno meraviglioso. Le mie labbra si impossessarono dei capezzoli leccandoli e succhiandoli, mentre lei gemeva senza sosta e il suo respiro era sempre più profondo.
Dio, se era calda. Mi chiedevo come aveva fatto fino ad allora a reprimere le sue voglie così.
La mia bocca scese piano piano, raggiungendo la pancia e le mie mani scorrevano sulle sue gambe dai ginocchi verso l'alto, fino ad entrare sotto la gonnellina e trovare il suo fiore ancora ...