LA FATA DI FERRO
Data: 16/09/2019,
Categorie:
Anale
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... amante, ma non era così: in realtà ogni mossa, ogni ostentazione di quel membro, che carezzava e ossessionava con le dita, era volta a favore del piacere di Nicòle.Con quello stesso spirito, aiutò il giovane a mettersi in piedi.Marco era troppo eccitato per provare una qualsiasi vergogna a esibirsi anche davanti a Nicòle, al contrario, la ragazzina che poche ore prima lo aveva interessato ben poco, viste le forme acerbe e la timidezza del comportamento, adesso lo eccitava:Si sentì un maschio dominante, mentre quegli occhi di cerbiatta, grandi e profondi, non riuscivano a staccarsi dai suoi genitali.A buttare legna sul fuoco ci pensò Flora che con voce roca e sensuale sussurrò rivolta alla ragazza: - Libera il cazzo di Marco, tesoro, tira giù i suoi pantaloni ... dai. –Nicòle non si rifiutò.Avvicinandosi ai genitali di Marco, non poté fare a meno di prendere confidenza con questi ultimi e con lo sguardo ipnotizzato dal grosso “fungo” del giovane fu pervasa dall’odore umido che sprigionava dalla pelle e dai peli delle sue zone erogene.Per non perdere il controllo si dedicò, non senza impaccio, ad abbassare i jeans del giovane. Per tirarli via dovette togliergli le scarpe e poi sfilare le gambe strette del pantalone, passando con le mani sulle cosce robuste e muscolose coperte di peli.Lui rimase con le sole calze bianche di cotone.Intanto Flora si era sbottonata la camicetta e aveva fatto sì che i due grossi seni scavalcassero il reggipetto, offrendoli tesi con i capezzoli duri ...
... alla bocca di lui.Marco sempre più arrapato cominciò a mungere quelle tette spropositate, succhiando tutto fino all’aureola scura e larga.Con la mano libera Flora trascinò con volitiva decisione Nicòle sul divano, la tirava per il braccio per vincere ogni sua riluttanza. Ora si trovava con il volto a pochi millimetri dal pene, la guancia poggiava sull’inguine bollente di Marco e le narici erano impregnate di un profumo nuovo e sconosciuto: era l’odore del cazzo.Nicòle studiò attentamente quell’immagine prima di trovare il coraggio e la forza di saggiarne la consistenza al tatto.L’affare del giovane era molto bello a vedersi, era più o meno del diametro di un grosso cetriolo. Non era lunghissimo. Stringendolo nel palmo della mano ne restava fuori, svettante, quasi una metà.La testa del cazzo, ora che era rigido, era completamente libera dal prepuzio. Si distaccava dal tronco attraverso due profondi solchi laterali che sembravano tagliati come branchie, forse per questo, tra i vari nomi dati al membro maschile, da qualche parte veniva chiamato anche: pesce.Ma la sua contemplazione platonica venne spezzata dalla crudezza dei gesti che seguirono.Marco, incapace di resistere oltre, aveva abbassato la mano virile dietro la nuca della povera Nicòle e senza cerimonie aveva attratto la ragazza verso il suo cazzo.Incredibilmente la bocca di lei non obbedì all’intelligenza ma all’istinto sessuale e senza volerlo si schiuse per prenderlo in bocca.Liscio come la seta, di una consistenza ...