1. Mi insegnò a guardare le stelle


    Data: 19/09/2019, Categorie: Sentimentali Autore: samas2

    ... realtà aveva un cuore ferito, pieno di domande, di incertezze, fragilità; avevo conosciuto le sue nebbie e i suoi scatti d’ira, mai contro di me, tuttavia. Avevo capito che i solchi del suo volto riflettevano quelli della sua anima. Massi, stupito, grato e meravigliato dell'inattesa storia d'amore che stava illuminando inaspettatamente la sua vita, si era coinvolto totalmente, tenero e appassionato. L'uomo viveva ogni istante, i dolcissimi, ma ardenti, momenti d'amore che gli stavo regalando, come dovessero svanire all’improvviso, lasciandolo da solo, una volta venuto meno quel dolce illusorio inganno che scaldava la sua vita. Un sogno, in fondo, da cui si sarebbe, purtroppo, destato, ritrovandosi nella sua realtà solitaria e tormentata, senza la luce di quei bellissimi occhi verdi. Poi la vita, la differenza d’età, mi spinsero verso più giovani braccia e la nostra storia finì. Mentre raccoglievo le mie cose, lui mi guardava senza parlare, con occhi pieni di tristezza rassegnata a quella conclusione che lui aveva presentito, temuto da sempre, inevitabile, giá scritta. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Avrei preferito, a quella inerte dolcezza, una sua reazione rabbiosa, degli insulti urlatimi furiosamente in faccia. Apprestandomi a varcare la soglia e uscire per sempre dalla casa e dalla vita di lui, Massi mi chiamò, mi girai: - ...
    ... Albina, grazie per il regalo che sei stata alla mia vita. - Scappai senza voltarmi. Non lo cercai. Non mi cercò, soffrendo, lo so con certezza. “Mi aveva insegnato a guardare le stelle”: i suoi occhi sembravano fendere l'oscurità attratti dallo sfavillio degli astri nell’immensità. Come vorrei risentire la sua voce mentre mi indicava l'Orsa, il Carro, la croce di Orione con Rigel e Betelgeuse, Alpha Centauri, Arturo di Boote, ma l 'eco di quel suono si è perso nei meandri del tempo e nella vastità dello spazio e non riesco più a ricordarlo. Mi aveva parlato dell’infinito, e la mia mente si era smarrita, inebriata da quell’immagine vertiginosa. Mi aveva lasciato attonita, confusa, commossa, quando d’improvviso, sorridendomi, mi aveva detto: -Albina, sai perché esiste l’universo? E’stato creato perché i tuoi occhi potessero ammirarlo. - Il mio cuore palpita e ora si strugge nella memoria di lui. Lui nella mia mente. -Dove sarai? Sarai? - Questa notte il tuo ricordo risplende; come la luce delle stelle persiste per innumerevoli anni, e sopravvive alla loro stessa scomparsa. Sto piangendo, naufragando fra le tumultuose acque dei miei pensieri. Una voce preoccupata mi desta: - Tutto bene Alba?- - Si, amore, adesso vengo. Rientro, le sue braccia mi accolgono, stringendomi teneramente. Lo amo. Ma, Massi mi aveva insegnato a guardare le stelle. 
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