O.V.S. Ora Voglio Sesso
Data: 26/09/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Blubear
-Beh! La smetti? Un sussulto, Dio che spavento. Non mi ero accorta che si fosse avvicinata: la pensavo ancora a servire il cliente. -Smetto cosa, scusa, che ho fatto?- le rispondo col cuore in gola -Seh seh, hai capito benissimo,- ribatte sorniona, -vuoi che non si veda, con quel sorriso ebete che hai stampato in faccia? -Smettila, dai! -Sono cinque minuti che sei lì imbambolata con quei pantaloni in mano, - incalza, -ho visto come LO guardavi. Mettili a posto, forza, prima che passi il capo e ti veda ancora lì. Eh si, la stronzetta della mia collega aveva proprio rimarcato sull’articolo… determinativo… e che articolo! Lo avevo ancora davanti agli occhi il bozzo che avevo visto formavano i pantaloni, non appena lui era uscito dal camerino di prova: sembrava avesse in tasca un bussolotto di monete da due euro, solo che andava dal cavallo alla fine della tasca! -Che dice? Le sembra mi vadano stretti?- aveva chiesto, mentre si lisciava davanti, guardandosi allo specchio e cercando di sistemarsi… quel coso. “Oddio, ti prego, no…” il mio pensiero in quel momento, tradotto in: -Coff coff, forse sarebbe… -Una taglia in più crede sia meglio?- aveva proseguito, come non avesse sentito l’inizio della mia risposta. È stato un attimo, un piccolo lampo in quegli occhi neri come la sua camicia, ma in quel momento avvampai. Avvampai nel punto segreto e quella sensazione mi fece mordere l’angolo del labbro inferiore. “ODDIO! Speriamo non se ne sia accorto!” Rapido ritorno alla realtà ...
... dall’immagine sconciamente oscena che si era creata nella mia mente. -P… penso sia meglio, glielo…- “CAZZO STO DICENDO!” -... le prendo la taglia superiore. La frase che aveva coperto il mio: “Figur ‘e mmmmérrda!” più pensato che detto notando il suo sorrisino per l’infelice gaffe: sapeva il fatto suo, non c'è che dire, aveva un’arma e la sapeva usare. -Ecco, provi questi,- gli avevo detto passando i pantaloni oltre la tenda chiusa del camerino, -sono una taglia in più. -Grazie,- aveva risposto mentre con un secco: -tenga!- aveva scostato la tenda, dandomi quelli che stava indossando un attimo prima. Aveva richiuso la tenda, si certo, ma… quel… ma quel… la punta faceva capolino dai boxer: come avessi ricevuto un flash direttamente sugli occhi aperti: quell'immagine mi era rimasta impressa nella retina per qualche secondo; fissavo la tenda, ma era come non ci fosse. C'era voluto un attimo per riprendermi e andare verso gli scaffali per riporre quello che avevo in mano. Ero chinata a sistemare i pantaloni appena provati quando LO avevo sentito, le mie chiappette avevano sentito tutta la consistenza di quel bozzo. -Dove glielo metto?- domandava mentre faceva quel gesto impertinente mascherato da contatto involontario. “Ma sarai stronzo!” il pensiero alzandomi velocemente per evitare quel contatto che in realtà avrei volentieri assecondato. -Dia a me, ci penso io a metterlo nel posto giusto.- gli avevo risposto mentre in testa passava: “Ecchecazzo, contieniti!” Contenermi? Si, una ...