1. Cena di lavoro a tre - come unire l'utile al dilettevole


    Data: 09/10/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Molly B, Fonte: EroticiRacconti

    Quando il capo ti chiede un favore non puoi rifiutare, neppure se si tratta di accompagnare a cena i due noiosi titolari di un’azienda cliente. Mi preparo quindi in fretta: doccia, phon, trucco leggero ma curato. Opto per un vestito con scollo a cuore, stretto in vita e con una vaporosa gonna al ginocchio. Se cena noiosa deve essere, voglio almeno sentirmi bella. I tacchi alti sono l’ovvio. Arrivo al ristorante in anticipo, ma li trovo già ad attendermi. Stefano e Carlo sono cugini, si nota: sono entrambi alti e mori, con gli occhi profondi e la voce calda. Carlo ha qualche anno in più di Stefano, ed è appena brizzolato. Le poche volte che li ho contattati, telefonicamente, mi hanno trasmesso una antipatica sensazione di pedanteria. Devo quindi sforzarmi non poco per ricambiare il loro sorriso, avvicinandomi. “Ben arrivata, Molly!” mi saluta Carlo. “Grazie ingegnere, spero non mi abbiate dovuta attendere molto” rispondo, compassata. Noto un sopracciglio alzarsi. Disappunto? “Affatto” taglia corto, invitandomi ad entrare. Apprezzo il buon gusto del mio capo: l’atmosfera è rilassata, ma di livello. Non è un ristorante dove potrei andare spesso. Nonostante le mie pessime aspettative, la conversazione scorre lenta facendosi sempre più piacevole. Abbandono quasi subito il mio tono distaccato, scoprendo due uomini ricchi di interessi, di hobby e di cultura. Passiamo senza che me ne accorga dallo sport alla letteratura, evitiamo a piè pari la politica e ci rifugiamo nell’arte. ...
    ... Quando manca solo il dolce mi scopro affascinata dal loro savoir-faire, da quella capacità di incuriosire ed attirare la mia attenzione che pochi uomini hanno. Come succede che io accetti il loro invito a proseguire la serata altrove? Che io salga con loro in auto, e che finga di credere alla scusa del “abbiamo dimenticato una cosa in camera”? Che io l’assecondi spudorata, salendo nella stanza d’albergo con loro? Succede e basta, senza spiegazione alcuna. Spesso si sottovaluta il potere di parole scelte con cura, di complimenti ben dosati, di sorrisi e sguardi calibrati. Sedurre è un gioco sottile, di quelli che riescono in un paio d’ore al massimo o non riusciranno mai, ed io sono decisamente sedotta. La camera è grande, la illuminiamo solo con una fioca lampada distante da noi. Nessuno parla, non più. È proprio Stefano ad abbracciarmi per primo, sfiorandomi il collo candido con le labbra per poi risalire e baciarmi. Sa di buono, riconosco il suo sapore sotto al whisky con cui ha chiuso la cena. Alle mie spalle, Carlo mi percorre con le mani. Gioca da sopra il vestito, seguendo la mia forma a clessidra dalle spalle fino al culo, prima di aprire i lembi di stoffa e mettere in mostra la mia schiena. Il vestito scivola a terra, l’intimo lo segue, le scarpe restano al loro posto. Mi tengono tra di loro riempiendomi di morbide carezze, attirandomi contro i loro corpi, nuda ed indifesa ai loro lenti assalti. Voglio sentirli; li spoglio. Tolta la camicia a Stefano mi volto, offrendogli ...
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