Un pomeriggio di shopping...andato male
Data: 11/10/2019,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Sensazioni
Autore: Contessa
... nelle occasioni speciali. Per lui si era presentata un�occasione ghiotta, tanto che aveva deciso di rivolgere le sue attenzioni alla piccola rosellina stretta dell�ano. Il muscolo si stringeva al contatto della sua pelle, e quando si allontanava mostrava la reale voglia di essere spanata.Mordendomi la spalla, mi fa abbassare la testa e tenendomi per i capelli, viola la cassa del violino. Stringo forte i denti, era difficile sopportare le sue dimensioni, l�involucro dello sfintere si lacerava ad ogni spinta, era fastidioso per� mi piaceva, provavo uno strano piacere, forse simile ad un orgasmo anche se credo non sia possibile. Il ritmo accellera, lascia la presa dei miei capelli, sento il suo peso farsi sempre pi� insistente fino a che mi sento schizzare dentro copiosamente, una scintilla che mi infiamma totalmente.Adesso io ero quella ad avere una voglia matta, a voler essere toccata, baciata e farcita di crema in ogni anfratto. Invece lui era libero, con le mani contro lo specchio e la sua testa appoggiata sulla mia nuca.Respiriamo allo stesso ritmo, poi si stacca e va in bagno a ripulirsi. Mi sentivo male, usata.-Stavo scoppiando, ringrazia che tra poco devo aprire, altrimenti ti avrei pisciato volentieri nel buco del culo.Fanculo dico tra me, raccogliendo quelle quattro pezze per rivestirmi. Non volevo nemmeno sistemarmi e darmi una sciacquata, volevo solo scappare e prendere il primo treno. Poi lui arriva e mi trascina con s� in ...
... bagno, prende i miei vestiti poggiandoli su uno scaffale e con estrema tenerezza mette del sapone al centro della mano e bagnandola con l�acqua inizia a lavarmi, facendomi un bidet con maniacale cura, prendendosi la briga anche di asciugarmi.-Posso fare da solaLe carezze sono delicate, sfiorando a stento la pelle glabra e la fessurina ancora in calore.-Adesso siE di nuovo avevo visto spuntare il suo sorriso beffardo, aveva appoggiato le spalle al muro ma il viso era tutto dedicato a me. Mi rivesto di fretta, lavo il viso e mi trucco alla meno peggio. Sembrava estasiato nel vedermi cos� affaccendata, non si perdeva nessun passaggio. Sollevo lo sguardo, erano le quattro e mezza, dovevo sbrigarmi a raggiungere la stazione.-Lasciami il numero, devo accontentare te.Ero pronta, avevo anche messo la borsa in spalla e indirizzandomi verso l�uscita l�avevo ignorato volutamente. Veloce mi raggiunge e tirandomi per i capelli, sussurra:-Da qui non te ne vai se non mi dai il numero, ti strappo i vestiti di dosso.Stranamente la patta dei suoi jeans era di nuovo generosa, non come prima ovviamente ma aveva ancora da offrire. Sospirai e allontanandomi dalla sua presa mi sporsi sul bancone in cerca di carta e penna, per annotare il numero. Nel mentre ero in quella posizione seguiva l�arco delle mie forme rendendo il mio perizoma uno straccio per lavare i pavimenti.Un ultimo bacio, e poi mi apr� la porta lasciandomi andare, sicuro che sarei ritornata.