Il maratoneta
Data: 18/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: fabrizio
Nella padella l'aglio aveva appena cominciato a sfrigolare quanto la porta si apre ed entra lui, terminato il suo consueto allenamento pomeridiano: il sudore scorre a rivoli dalla fronte, la maglietta fradicia, il fiatone che il defaticamento non aveva ancora attenuato. L'odore acre del sudore si mescola a quello dell'aglio. Riso pollo e verdura va bene? Fantastico!, risponde, vado a farmi una doccia e arrivo. Con gli occhi della mente lo vedo sfilarsi le scarpe e metterle sul balcone; aprire l'acqua nella doccia il più calda possibile, e nel vapore che annebbia il bagno sgusciare fuori dalla maglietta appallottolandola nel cesto del bucato... Regolando il fuoco butto i cubetti di pollo infarinato nella padella... i pantaloncini, invece, pur finendo anch'essi nel cesto vengono minuziosamente piegati in due, chissà perché poi... ancora i calzini, uno appallottolato dentro l'altro che non si spaino... Il pollo si è bello dorato, è il turno delle verdure; peperoni, zucchine, fagiolini... infine gli slip abbassati alle ginocchia poi sfilati dalle gambe, i testicoli raggrinziti e il pene ridotto a un bottone... Bagno la pietanza con un goccio di vino, copro la padella ed entro in bagno. Lui è voltato, gli occhi chiusi, il viso rivolto al soffione della doccia... il getto si frange sulle spalle, ruscella ai lati della schiena, torna a riunirsi ai lombi, scompa fra i glutei e ricompare all'attaccatura delle cosce con dei giochi d'acqua intrecciati; come la vita, si frange, compare, ...
... scompare e si intreccia A volte, osservare quel corpo con tanto passato, nudo sotto l’acqua, segnato da tanta strada corsa e percorsa... da speranze, da illusioni e delusioni mi suscita una gran tenerezza; allora la mia mano appoggiata alla spalla si muove ad una dolce carezza; altre volte quel corpo con tanto passato, nudo sotto l’acqua, segnato da tanta strada corsa e percorsa… da speranze, da illusioni e delusioni mi accende di desiderio, e la mia mano appoggiata alla spalla preme affinché quel corpo si pieghi e si apra per accogliermi dentro sé… Appoggio una mano alla spalla, premo, e quel corpo si piega in avanti; divarico i glutei, scopro il buco; lo lubrifico brevemente e appoggio il glande; una leggera pressione e sono dentro. Mi muovo lentamente, non voglio godere, non ancora, ma voglio che lui senta che gli sono dentro, che nulla, nessuna esperienza, nessun passato, nessun orifizio sia solo suo; che lui mi appartenga e che io possa usare di lui come mi pare; lui accompagna il mio dondolio, mi spinge fuori e mi riaccoglie, accetta ed asseconda le mia variazioni di ritmo e di profondità… Mi ritraggo e torno in cucina, la cena è pronta; mangiamo. Dopo cena lo prendo per mano e lo porto a letto, gli slaccio la cintura dell’accappatoio e lo scopro; vedo la sua fatica che a ondate lo accompagna verso l’incoscienza, ma lo desidero, lo desidero ora di un desiderio struggente e prepotente; lo desidero al di là della sua voglia e della sua stanchezza… glielo prendo in bocca, ...