1. Mia moglie martina ha tre amici - parte ii, davide


    Data: 03/11/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: pato3, Fonte: Annunci69

    ... vero?”
    
    Lui non rispose, non sapendo quale fosse la risposta giusta.
    
    “Sono troia, Davide? Ti sembro troia?”
    
    Fece no con la testa.
    
    “Cristo, cosa devo fare di più per sembrarti troia?”, chiese lei ridendo, col mio cazzo momentaneamente sulla guancia.
    
    Lui continuava a leccare, risparmiandosi l’imbarazzo di dover rispondere.
    
    “Scopami adesso!”, gli disse. Si alzò e si mise a pecora sul divano.
    
    “Avete un…?”, provò a chiedere Davide.
    
    “Senza. Fai vedere a mio marito come si scopa una come me”
    
    “Dovresti succhiare di più e parlare di meno. Lascia parlare noi!”, le dissi.
    
    Si abbassò i jeans e le mutande. Aveva un gran bel cazzo. D’altronde, se non fosse stato così, Martina non l’avrebbe portato a casa. Si infilò con delicatezza. Ma tanto bastò a far gemere Martina. Era grosso ed era dentro di lei.
    
    “Sei una troia, la mia troia!”, le sussurravo mentre me lo succhiava con tutta la foga.
    
    Davide era troppo timido, o troppo educato o non so cosa. Non spingeva. Forse lo mettevo in imbarazzo.
    
    “Spingi, Davide!”, ordinò lei, levandosi il cazzo di bocca.
    
    “Spingi, spingi. Altrimenti non me lo succhia bene!”.
    
    Davide aumentò le spinte. Lei godeva. I suoi versi, i suoi sospiri con il cazzo in bocca rendevano il pompino ancora più pregevole. “Vai Davide! Vai Davide!”, urlava quando non succhiava.
    
    Il ragazzo si caricava e spingeva. Martina si masturbava con una mano e con l’altra mi menava il cazzo con la stessa forza. Stava godendo tanto. Non era solo il ...
    ... cazzo grosso, ma anche la situazione. Piaceva un sacco anche a me. Lui aveva la possibilità di scoparla nel modo in cui io non potevo, se non venendo dopo due minuti. Così lo telecomandavo, dato che era un po’ scarso nella fantasia.
    
    “Posso sentirti mentre la chiami puttana? Almeno una volta”, chiesi al ragazzo.
    
    “Puttana!”, disse lui.
    
    “A lei. Non a me. Dille ‘Martina sei una puttana!’”.
    
    “’Prof’”, corresse lei.
    
    “Brava ancora meglio, ‘prof’”.
    
    “Prof, che gran troia che sei!”
    
    Lei si girò. Lo guardò in faccia, fingendo di essere seria. Poi si sfilò il cazzo dalla figa e fece sdraiare Davide.
    
    “Perché mi dici troia?”, si mise cavalcioni sopra il suo cazzo e muovendosi col bacino lo teneva vicino alla figa.
    
    “Perché a tuo marito piace?”.
    
    “Non perché sono troia?”, con la mano lo indirizzò proprio all’ingresso.
    
    “Ma tuo marito non aveva detto ‘meno chiacchiere’?”. Martina si mise a ridere. Si infilò dentro il cazzo.
    
    “Dimmi che sono troia e stringimi ‘ste tette! Guarda cosa ti combino”. Si chinò completamente su di lui, che le teneva saldamente le tette e mi indicò il buco del culo, come in uno schema pallavolistico.
    
    La presi da dietro. Gridò di piacere. Muoveva la lingua tutta attorno al collo del ragazzo. Poi lo baciava. Urlava. Ci chiedeva di andare più forte.
    
    “Non venirmi in culo. Voglio vederti mentre mi sborri addosso”, mi chiese. Allora mi fermai, chiesi il cambio. Volevo stare io sotto, sempre nel culo. Mi sdraiai. Lei si “sedette” sopra di ...