Il vicino
Data: 02/11/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Astarte
... liscia... Mmm, questi capezzoli vogliono essere succhiati - dice, prima di prenderne uno tra le labbra e succhiarlo forte, provocandomi una scossa di piacere. Sento una sua mano infilarsi tra le mie gambe, con due dita mi penetra la figa e mi trova bagnata fradicia. - Come immaginavo - mormora soddisfatto.- Signor Mario - dico eccitata, - Dal suo studio mi ha vista solo ballare? - Lui sorride, - No, ho visto anche come ti fai montare - confessa. - Ti ho guardata mentre ti facevi sfondare tutti i buchi da ogni uomo che ti sei portata in casa - dice, mentre si alza e si slaccia i pantaloni. Mi inginocchio davanti a lui e lo aiuto a liberarsi dei pantaloni e delle mutande, e finalmente gli vedo il cazzo, che trovo eccezionalmente duro.- Mi sono persino armato di binocolo, per vedere meglio - dice, afferrandosi il cazzo e strusciandomelo contro il viso. Vorrei succhiarglielo, ma prima lo voglio sentire in figa.- Si segava mentre mi guardava? - gli chiedo, mentre mi alzo e mi siedo sul letto.- Sì, ogni volta mi facevi sborrare... Mi disturbava solo non sentire cosa dicevi, perché secondo me sei una che urla come una gatta in calore - dice. Mi sdraio, allargo le gambe e lui è sopra di me. Punta il cazzo contro la mia figa liscia, non ha un attrezzo enorme e la posizione del missionario non è la mia preferita, ma quando inizia a spingermelo dentro mi sembra di impazzire.- Sì, signor Mario, così - gemo, mentre lui affonda dentro di ...
... me, fino in fondo, per poi ritrarsi e avanzare ancora e ancora.- Non resisterò molto - mi annuncia, aumentando il ritmo.- Non importa, vieni... vienimi dentro - lo supplico, tra un gemito e l'altro.Spiandomi si sarà accorto che spesso chiedo ai miei partner di venirmi in bocca, sul viso o sul corpo, ma oggi no. Oggi voglio sentirlo venirmi dentro.- Sì cagna, ti riempio di sborra - dice, ormai al limite, - Toh, tieni, tieni - ringhia, scaricandomi dentro il suo seme, e io vengo assieme a lui con un gemito strozzato.- Lo sapevo che eri una che gemeva come una puttana - dice sfilandosi da me e sdraiandosi al mio fianco.- Ti è piaciuto lo spettacolo? - domando, la voce impastata dall'orgasmo.- Devi chiamarmi Signor Mario, sempre - mi riprende lui, torcendomi un capezzolo.- Sì, signor Mario, tutto quello che vuole - mormoro.- Brava - mi risponde lui, e poi mi bacia in bocca per la prima volta. - Io ti chiamerò Signorina Marina solo davanti ad altra gente, ma quando saremo soli ti tratterò come la puttanella che sei - chiarisce. Io annuisco soltanto.- Quando ballerai in casa lascerai le tende aperte, così che potrò guardarti quanto voglio, e lo farai nuda. E quando sarai sola, come oggi, appenderai qualcosa di rosso alla finestra, così se sarò libero verrò a montarti come meriti - mi ordina.- Lo farò, Signor Mario, lo prometto - dico, mentre lui si siede sul letto, pronto a continuare la ricerca della sua cagnetta... l'altra intendo.