1. Mesti e soddisfatti.


    Data: 09/11/2019, Categorie: Etero Autore: Ginnylinny, Fonte: EroticiRacconti

    Ti scrivo, ma mi rispondi a stento. Ti chiedo il perché, mi rispondi: “ sto lavorando, ho da fare! Mi stai dando fastidio”. Però poi l’altra sera, quando mi hai scopata in piedi in quel cesso di bar a bordo strada, non mi parevi così indaffarato. Non ti davo così i nervi. È sempre così: sei tu quello che decide, sei tu che dici il come e il quando. Non te me frega un cazzo se io ho voglia, prima ci siete tu e le tue palle da svuotare. Poi vengo io. In tutti i sensi. Ad ogni modo ora mi stai innervosendo e lo so che non vuoi faccia “ la psichiatrica”, come mi chiami tu, ma decido di aspettarti sotto il tuo ufficio. Ti vedo uscire, in giacca e cravatta, la valigetta 24 h in mano, il telefono nell altra. Povero uomo d’ affari pieno di impegni. Te lo faccio vedere io il tuo da fare, perché oggi comando io e tu dovrai stare anche zitto. Decido di venirti incontro, tipo come in quei bei film del cazzo dove trovi l’amore eterno inciampando su di lui. Sicuramente non è il nostro caso, perché alla fine io non voglio il tuo amore, voglio solo che tu mi scopi. Ad ogni modo, praticamente ci scontriamo, tu sovra pensiero mi chiedi scusa, ma poi alzi il viso e mi riconosci. Il tuo sguardo diventa di fuoco, gelido però, che mi annienta la dignità e mi fa bagnare come l ultima bagascia di questa terra. Oggi non attacca, ti guardo fisso e ti dico: “ se non vuoi faccia una scenata da psyco, in mezzo alla strada, seguimi” Per una volta tanto non ti resta che ubbidirmi, seguendomi con quegli ...
    ... occhi di ghiaccio furenti. Lo so già che me la farai pagare, ma il conto che mi presenti lo preferisco caro. Ad ogni modo sto pensando velocemente dove trascinarti, quando davanti mi si piazza il giardino comunale. Bene, anche se sono le 17 del pomeriggio, andrò fino in fondo. Imbocco il vialetto, costeggiato da alberi, posso sentirti respirare dietro di me. È una giornata calda, la stradina in pendenza e tu vestito tutto elegante. Anche se non ti guardo, immagino la fronte imperlata di sudore, mentre ti allenti la cravatta e continuo a sentire il tuo sguardo che mi fulmina la nuca. Finalmente trovo una panchina nascosta da un enorme cespuglio, e così ti faccio segno di fermarti. Appoggi la valigetta, ti levi la giacca e stai per metterti a braccia conserte. Devo dire, vorresti metterti così, ma non ti lascio il tempo, mi avvinghio, la mia lingua sulla tua. Rimani un attimo interdetto, ma schiudi subito la bocca e iniziamo ad assaporarci con foga. La tua bocca sa di menta e la tua saliva è come un bicchiere di acqua dopo una giornata al sole a patire sete. Inizio a strusciarmi senza ritegno, sento già il tuo cazzo indurirsi sotto la mia mano, mentre lo accarezzo da sopra ai pantaloni. Finalmente inizi ad ansimare, smetto di baciarti, giusto un attimo per guardarti e dirti: “ ah si giusto, sei molto impegnato. Non vorrei disturbarti ulteriormente. Ci vediamo!”. Detto ciò mi volto, prendo la direzione del sentiero per tornarmene sui miei passi. Non ci riesco, perché mi sento presa ...
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