Dolore e piacere
Data: 09/11/2019,
Categorie:
Etero
Autore: bull44
... frustarmi il culo e mi ordinò di aprire le gambe. Davvero non avrei resistito ad una scudisciata su quelle carni così tenere. Sentii che usciva dalla stanza, per ritornare poco dopo con una bottiglia gelata che mi passò sui seni, insistendo sui capezzoli che a contatto con quel freddo diventarono ancora più sensibili e mi bagnai ancora; scese con la bocca e mi leccò. Gemetti di piacere e sentii il rumore della bottiglia che veniva aperta, inondò le mie ferite con l’aceto, quello era il contenuto di quella bottiglia. Gridai urla mute e mi ripetè di aprire le gambe, lo feci , e non ebbe pietà. Mi scudisciò un numero infinito di volte e io impazzivo. Sulle labbra e sul clito, sul solco del culo, impazzivo di dolore e di piacere, mi tolse dalla sbarra e mi buttò sul tavolo. "Hai fatto la troia?" Mugolai un no. Mi mise un dito nel culo, poi un altro, poi un altro e li allontanò l’uno dall’altro; mentre erano dentro li unì di nuovo e li spinse ancora più a fondo li ruotava e li spingeva dentro sino a farmi venire. Mi slegò le braccia e le legò alle gambe del tavolo, la schiena , le natiche e i due buchi completamente esposti. Mi frustò senza pietà, piansi di vero dolore. Quando ripresi conoscenza sentivo le sue mani che mi stavano ungendo i buchi con un olio. Me lo buttò in figa con colpi profondi e decisi, violenti e dolorosi, il buco stretto era già unto, il suo uccello lo era dei miei umori. Mi spaccò il culo come aveva promesso. Entrò con una forza spaventosa, stette un po’ ...
... per farmi provare piacere, poi lo tirò fuori completamente e lo rimise dentro con violenza per tre volte; mi sentivo aprire sempre di più. Pompò forte e tanto come mai aveva fatto, sentii il dolore arrivare fino allo stomaco e a stento soffocai dei conati, mi sborrò in culo un immenso fiume bollente. Ero esausta, ma lui no. Mi tolse dal tavolo , mi tolse le bende ed il bavaglio come era prevedibile. Mi legò le mani dietro la schiena e mi fece inginocchiare davanti a lui. "Guardami il cazzo" . Lo guardai, era enorme e livido; mi mise le mollette in ogni punto, sui capezzoli, sulla labbra della fica, sul clito, sull’ano.
"Adesso lecca". Iniziai a spompinarlo, ormai non capivo più niente e non lavoravo bene, mi prese a schiaffi , mi fece volare sul pavimento, con lo zippo scaldò le mollette metalliche che avevo sulla pelle, urlai e a lui piaceva, adesso voleva sentirmi urlare e sapeva come fare.
Mi passò una mano sul viso e la fece scivolare sui seni strattonando le mollette strappò via quelle dal clito e dalle labbra e strinse ancora di più quelle sui capezzoli " te la sei cercata". E mi ficcò in fica tutta la mano. "No.. no non ho fatto niente" gridai mentre mi metteva due dita nell’utero, spinse forte "sto per spaccarti". Tolse le dita dall’utero, molto poco gentilmente e chiuse mano a pugno, la ruotò dentro,. la mosse avanti ed indietro, lo fece per non so quante volte. Adorava sentirmi urlare e per questo mi spaccò e continuò a spaccarmi a lungo, dandomi delle pause per ...