1. Pasticceria campana


    Data: 17/11/2019, Categorie: Etero Autore: passepartout

    L’onore in alcuni paesi del sud Italia vale ancora molto più del culo. Giovanna questo lo sapeva, per questo quando il suo primo ragazzo, intorno ai diciotto anni le chiese qualcosa in più di baci umidi e seghe lei pensò di concedergli l’anello bruno; salvaguardando l’onore suo e della sua famiglia, che aveva un’avviata attività commerciale e non poteva rischiare di passare di bocca. Lui ne approfittò e poi la mollò alla prima occasione. Me lo raccontò una notte in chat, mentre cercavo di capire che ragazza fosse diventata adesso che di anni ne aveva ventiquattro e stava ancora cercando una relazione stabile. Si descrisse come una giovane donna, generosa nelle forme e colloquiale, di certo pensai, l’accento campano della provincia di Caserta si sarebbe sentito, così dopo qualche altra sera trascorsa a conoscerla meglio, ci decidemmo al grande passo: un incontro al buio. Il primo della mia vita. Presi il treno alla stazione centrale e scesi a Villa di Briano, il paese dove abitava, il viaggio fu’ piuttosto tranquillo fino a Formia, quando alla prima fermata di confine cominciarono a passare per i vagoni i venditori di cd-rom masterizzati. L’illegalità dilagante del nostro Paese m’irrita ancora. Quando uscii dalla stazione mi resi conto di come lo squallore potesse avere un sindaco ed un parroco. Giovanna mi aspettava con la sua Alfa rossa, ci presentammo e per vincere l’imbarazzo iniziai a parlare del viaggio. Lei prese una strada nella quale mucchi di rifiuti abbandonati ...
    ... facevano da marciapiedi alla carreggiata. Infine arrivammo davanti ad un bar, non particolarmente attraente, nel quale prendemmo un caffè. Giovanna mi aveva spiegato che preferiva tenersi qualche chilometro lontano dal suo paese per evitare di essere vista in compagnia e dover poi dare spiegazioni. Nel complesso era una ragazza che nell’immaginario poteva essere collocata tra le “porche”, quelle donne dal viso non bello ma volgare, i capelli di lunghezza media colorati di un castano rosso, a tratti eccessivo, un seno abbondante e morbido e un culo tanto generoso quanto appetibile, mentre sedeva sulla sedia del ristorante nel quale mi aveva invitato a pranzo, dai pantaloni a vita bassa troppo stretti per i suoi fianchi abbondanti vidi il filo del perizoma che di lì a qualche ora avrei sfilato e annusato. La tabaccheria-pasticceria di suo padre, nella quale lavorava sia lei che il fratello sembrava non soddisfarla troppo, perché l’erede designato era suo fratello e lei era destinata a fare da ombra, quindi sgomitava per trovare il suo spazio in quell’angusto paese, ma era evidente che non sarebbe mai stata in grado di spezzare quel filo trasferendosi altrove, la sua vita era già stata tracciata, che lei lo volesse o meno, si sarebbe sposata con un ragazzo del posto, avrebbe avuto diversi figli e si sarebbe divisa l’attività col fratello, pur non avendo mai voce in capitolo. Le feci capire che ero andata a trovarla per raccogliere il frutto di tante chiacchiere notturne e verificare ...
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