1. Chiamatemi don Fabio


    Data: 06/12/2019, Categorie: Etero Autore: DON FABIO, Fonte: EroticiRacconti

    Chiamatemi don Fabio. Il nome non è naturalmente quello vero, vero è che sono un “don”. Sono un prete, parroco di una parrocchia veneta, che mi si consenta di non nominare. Sono un prete che però ha una particolarità che lo accompagna dalla nascita: un membro virile, vale a dire il cazzo, lungo 24 centimetri e largo in proporzione. Un bel cazzone che suscita un certo interesse nelle mie parrocchiane, che nel giro di poco tempo hanno avuto modo di conoscerlo da vicino. Sono fatte così le donne…tra di loro hanno una comunicazione che noi maschietti non ci immaginiamo neanche per sbaglio, e notizie di questo genere sono destinate ad essere condivise. E così, vivo una sorte di doppia vita: faccio il parroco, ma a tempo perso mi occupo della gioia delle mie parrocchiane….vengono a trovarmi, ed escono dal mio studio sempre con un bel sorriso stampato in volto. Finora nessun marito si è mai accorto di nulla….forse perché nessuna vuole rinunciare a quel divertimento tanto spassoso che generosamente distribuisco. Fin dagli anni del seminario mi accorsi che avevo qualcosa che mi rendeva particolarmente simpatico: gli sguardi dolci di qualche mio compagno “con altri gusti” mi aveva fatto intuire di essere diventato un oggetto del desiderio….e la cosa si manifestò in tutta la sua pienezza in un campo scuola in Trentino organizzato dalla parrocchia dove abitavo. Avevo 18 anni, fino a quel giorno il mio contatto col sesso era tanta pornografia e tante belle seghe. Eravamo in piscina, ed ...
    ... una ragazza del mio gruppo, pienotta e con l’occhio lungo, aveva adocchiato il mio costume, particolarmente gonfio per la presenza dell’ingombro di cui vi parlavo. Si avvicinò a me quandoe eravamo in acqua, e si strusciò su di me senza tante cerimonie. Mi sussurrò nell’orecchio: “stasera dopo la preghiera, nel parcheggio, aspettami”. Io feci segno di aver capito, e per buona misura le infilai una mano negli slip del due pezzi….uno sguardo torbido mi promise cose turche. Quella sera fu la mia prima volta….tra le macchine delle cuoche, ci scambiammo delle calde effusioni….o meglio, lei mi abbassò i pantaloncini, mi liberò dalle mutande il mio arnese che si stava già riscaldando ed indurendo. Rimase stupefatta, non si aspettava una cosa simile….se lo prese in bocca, mentre io le palpavo le tettone. Dopo poco, il mio amato attrezzo si estese in tutta la sua lunghezza, e la ragazza lo baciava e lo leccava e lo accarezzava incredula. Mi fece sdraiare, e si sedette sul mio membro bello lungo. Un sospiro infinito accompagnò la penetrazione. Non era più vergine, anche se era molto più giovane di me. Inutile dire che nel giro di poco tempo venimmo tutti e due, lei urlando e io gemendo. Mi ricordo ancora le sue tette che ballavano un ballo scatenato, il suo volto contratto, con gli occhi che brillavano, e poi il suo urlo, un “uuuuuh” prolungato e accompagnato dal tremito delle cosce, da un fiotto di umore che usciva dalla sua figa spalancata….non avevo mai provato un piacere simile, altro ...
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