1. Decisione finale (cinema a luci rosse)


    Data: 08/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Carlo63

    Ho deciso. E’ da troppo tempo che ci penso e torno indietro nei tempi in cui quasi con cadenza settimanale, entravo in quei posti che all’inizio mi incuriosivanosoltanto ma che poi, erano diventati il regno e la destinazione dei miei piaceri segreti e che coltivavo con eccitazione particolare. Mi riferisco ai cinema a luci rosse..a napoli ce ne sono ancora, abbastanza buoni, relativamente affollati con un’atmosfera unica. Chi va lì ci va per un unico motivo e l’ultimo, è quello di vedersi un film. Entro dunque, pago il mio biglietto, e raggiungo la galleria dopo aver aperto una porta a soffietto che da su un disimpegno limitato da una tenda in velluto scuro. Il buio la fa da padrona ed è proprio il buio il complice di tutto, un buio rotto solo dalla luce del film proiettato, un film come al solito caratterizzato soprattutto da gemiti piu’ simili a lamenti che a gemiti di piacere. Cerco un posto abbastanza protetto ma strategico, nel senso che cerco una posizione che mi dia la possibilità di guardarmi attorno e di capire l’atmosfera com’è. Sono le 14.00 circa, l’orario migliore. In questa fascia è facile incontrare persone per bene, pochissimi balordi, che lavorano in libertà, come professionisti o altre categorie di lavoratori che in quell’ora sono in pausa o sono piu’ liberi in attesa di riprendere le loro attività dopo qualche ora. Anziani e giovani ce ne sono molto pochi, per cui è molto alta la possibilità di incontrare persone come me, sposate, con un lavoro che offre ...
    ... solo uno spiraglio di tempo durante il quale si deve cogliere l’attimo giusto e senza ripensamenti. Noto un discreto via vai nel perimetro della sala. Sono quelli che palesemente sono preda o predatori. Sono quelli che cercano o che cercano di essere cercati. Io invece seduto lì..sono l’offerta. Sono di chi mi vuole e di chi chiede di essere accolto. I gesti sempre gli stessi. Lui passa nei pressi della tua fila..rallenta..ammicca uno sguardo per leggere la sagoma seduta, la mia sagoma. Io lo guardo e lui non abbassa il capo perché anche io dalla mia poltrona faccio la stessa cosa ed in quei pochi attimi, se mi attrae, che cerco di stabilire un contatto fatto di piccoli gesti consolidati. Lui è fermo. Alto, longilineo, max 50 anni, ben vestito…mi scruta da lontano. Inizio io o aspetto che faccia lui il classico gesto di ammiccamento?...di solito i segnali che vengono lanciati sono due. Quello piu’ diretto, passarsi la mano sulla patta dei pantaloni dal quale non si capisce se il ruolo che vuole avere nell’incontro, sia quello attivo o passivo. C’è poi quello piu’ raffinato, che assimila entrambi i desideri cioè quello sia attivo che passivo. E’ quello di sfiorarsi il petto e raggiungere l’altezza del capezzolo. Decido anche stavolta. Inizio io. E scelgo di toccarmi il capezzolo e di mostrargli la punta della mia lingua che poco dopo faccio raggiungere il perimetro delle mie labbra. Il gesto della lingua, seguito dal tocco del capezzolo, non lascia dubbi su cosa mi interessa ...
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