1. L' appuntamento


    Data: 09/11/2017, Categorie: Etero Autore: Marylinxxx, Fonte: Annunci69

    Arrivai all'incontro in ritardo, parcheggiai lo scooter un po' distante, mi cambiai le scarpe, misi quelle nere di pizzo col tacco che mi alzavano da terra quel tanto per sentirmi sexy e padrona della situazione, cercai di ravvivare i capelli dopo aver tolto il casco e calmai il respiro augurandomi buona fortuna allo specchietto.
    
    Era la prima volta che rispondevo ad un annuncio e accettavo un incontro al buio per fare sesso con uno sconosciuto.
    
    Per noia, per solitudine, ok, lo ammetto, anche per ripicca e provocazione: avevo cercato in bacheche on line un incontro per sesso facile, senza fronzoli o pensieri. Scopare, leccare, masturbare... mero sfogo fisico. Ero stanca di illudermi e sperare ancora in un amore, dopo tutte le precedenti prese per il culo. Basta, non c'è amore per me. Ma sesso sì, oh sì che ce n'è. Nel sesso sono brava, mi sento sicura e faccio quello che voglio io.
    
    C'era stato solo un breve scambio di mail, non sapevo quasi niente di lui, se non che fosse più giovane di me, gli piacesse leccarla e non volesse coinvolgimento. Perfetto.
    
    Mentre camminavo lo chiamai al cellulare.
    
    " ok, scendo, ci vediamo al bar"
    
    È buffo stringere la mano e fingersi disinvolta quando hai di fronte la persona con la quale sei già virtualmente d'accordo per finire a letto a fartela leccare.
    
    Fin dai primi sguardi però capì che sarebbe stato interessante, o per lo meno avrei vissuto un esperienza nuova e insolita.
    
    Ci sedemmo a un tavolino, in mezzo ad altre ...
    ... persone, e cominciammo una conversazione di conoscenza, senza parlare esplicitamente di quei che avremo fatto dopo. Era un pomeriggio di inizio estate, l'aria era leggera e l'aperitivo si stava prolungando. Guardai l'orologio... Restava poco tempo e ancora non capivo se si sarebbe compiuto il nostro accordo.
    
    "Quindi resteremo qui tutto il tempo?" chiesi guardando il mio interlocutore con aria di sfida, fingendo sicurezza.
    
    Lui non si fece intimidire dalla mia audacia, e mantenendo una calma quasi professionale disse che, no, se volevo potevamo andare. Pagò il conto e mi offrì il passaggio con la sua auto.
    
    "C'è un albergo proprio qui vicino"
    
    Nel breve tragitto mi chiesi tra me e me che cosa stessi facendo, se fossi davvero sicura, e l'idea di entrare in un albergo a metà pomeriggio per uscire poche ore dopo mi faceva sentire uno squallore mai provato prima... Mamma mia, come mi ero ridotta...
    
    Eppure lui mi sembrava così composto, sicuro, come se non ci fosse niente di male, di sconvolgente, di insolito.
    
    Mi sorrise, complice.
    
    La sua fermezza mi rasserenò.
    
    Documenti, chiavi, ascensore, corridoio, porta. Camera. Do not disturb.
    
    Non ricordo nemmeno se pensammo ad abbassare la tapparella.
    
    Tolte le scarpe ci accomodammo sul letto, un lieve imbarazzo da parte di entrambi trapelava dai movimenti un po' incerti.
    
    Rompemmo il ghiaccio scambiandoci qualche bacio, poi fu tutto più facile: le nostre lingue si intendevano senza bisogno di parole.
    
    Ci spogliammo ...
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