1. Marzia e vittorio: la mia iniziazione - 1a parte


    Data: 13/02/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: gynoanaldream

    Mentre mi sto godendo lo sgocciolare della sborrata del mio Paolo, mi viene alla mente la prima sborrata che ricevetti nel culetto all'età di 17 anni: indimenticabile e ne vorrei ancora tante così.
    
    La prima volta generalmente non si scorda mai anche per me; mentre i ricordi affollano la mente, Paolo strofina il suo pene ancora in tiro sul mio sfintere e mi chiede se ho voglia di sentire il suo fluido giallo nelle mie viscere, io annuisco quasi a permettere di lasciar andare i ricordi a ruota libera e ritornare indietro nel tempo, durante lo svuotamento dell'uccello di Paolo nel mio intestino. Mi adagiai sul fianco sinistro trattenendo la sborra ancora rimasta dentro e rilassai lo sfintere, per lasciare entrare l'uccello che non ebbe difficoltà a infilarsi.E mentre Paolo mi inonda lentamente della sua calda urina i ricordi riaffiorano sempre più eccitanti.
    
    Quel giorno ero fermo in piedi alla fermata del bus; non avevo notato dietro di me un uomo di mezza età, con uno spolverino scuro che si sedeva e si alzava toccandosi spesso il davanti. Quando, incuriosita dal rumore dietro di me, mi voltai, rimasi come impietrita davanti a quella scena: Vittorio si palpava guardandomi arrapato, le mani nelle tasche toccavano avidamente la patta aperta dei pantaloni, senza che si potesse intravedere alcunchè; iniziò a crescere in me un desiderio misto a paura: desiderio di vedere finalmente un pene vero in carne e la paura di farlo in pubblico, in mezzo alla strada; rimasi a pensare e ...
    ... nel frattempo volgevo a intermittenza lo sguardo un pochino altrove e un po' verso Vittorio; non sapevo cosa fare, alla fine decisi e mi incamminai allontanandomi dalla fermata del bus; buttai uno sguardo a Vittorio che subito prese a seguirmi.
    
    Non sapevo cosa e come fare: al desiderio di conoscere il pene di Vittorio, mi si induriva il mio; poi pensavo che non potevo farlo in strada e mi si ammosciava; in alcuni momenti mi mancava anche il fiato.
    
    Finalmente la via d'uscita: imboccai una tratto di strada alberato, un sentiero che portava in un piccolo giardino, sperando che non ci fosse tanta gente; Vittorio a quel punto si avvicinò e cominciò con le proposte 'lo vuoi vedere', 'sai quanto è duro', 'vuoi farmi un pompino'...alle quali rispondevo con mezzi toni, sillabe,...non capivo niente.
    
    Seguii il sentiero senza una meta precisa, l'importante era non essere circondati da altre persone, non avere a vista d'occhio sguardi indiscreti: provavo sentimenti misti di vergogna, piacere, paura, godimento, mi sentivo le mutande tutte bagnate...e non di pipì.
    
    Un capanno di attrezzi fu provvidenziale, dietro aveva qualche cespuglio e a quel punto mi appartai per far finta di fare il bisognino; Vittorio mi si affiancò e appena vide che stavo abbassando la cerniera mi disse 'quanto sei bona, guarda che bella cosa che ho'...aprì l'impermeabile e apparve immediatamente l'uccello, doveva esserselo già tirato fuori durante il tragitto, ben in tiro turgido e consistente.
    
    Per un ...
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