Ogni maledetto weekend (uno)
Data: 15/02/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Stalio
... sembra evidente."
"Per favore, Giulio."
"Sei una puttana."
"Ho sbagliato, perdonami, perdonarmi."
"No Elena, mi dispiace. Non possiamo più stare insieme."
"Ma io non posso vivere senza di te."
"Ci dovevi pensare prima."
Presi un borsone, lo riempii con l'occorrente per andare avanti qualche giorno e, con il cuore a pezzi, mentre lei piangeva seduta sul divano con le mani nei capelli, uscii da casa. Era finita.
Non ebbi il coraggio di andare dai miei, ci sarebbero state troppe domande, indagini, chiarimenti, ed io non avevo voglia di parlare con nessuno. Decisi di sistemarmi per qualche giorno in un albergo lontano una decina di km da casa.
Nei giorni successivi Elena mi martellò di telefonate, cui non risposi. Il quarto giorno, quando lo sconforto si era attenuato, decisi di rispondere ad una sua chiamata. Parlammo per un'oretta buona, il tempo volò. Mi disse che gli mancavo un sacco, che aveva bisogno di me, che mi stava aspettando a casa, che mi amava.
Ci risentimmo l'indomani, ed il giorno dopo ancora, ed alla fine riuscì a farmi dire il posto dov'ero, e nel giro di un'oretta mi piombò in albergo.
Parlammo qualche minuto poi mi saltò addosso e scopammo per ore, come non l'avevamo mai fatto. Così calda, così vogliosa, così troia, non era mai stata così. Sembrava un'altra donna. Ed io ero ancora follemente innamorato di lei.
"Giulio, ti prego, torna a casa."
"Elena, io ti amo, lo sai. Ma non riesco a togliermi dalla testa quello che è ...
... successo."
"Mettila così: se io fossi malata, mi staresti vicino?"
"Certo che si."
"Bene, allora io sono malata, e tu devi stare con me, mi devi aiutare a guarire."
"Ma non sei malata."
"Invece si."
"Elena, e se ci saranno altre 'ricadute'?"
"Se succederà ancora tu mi aiuterai a saltarne fuori. Se stiamo insieme sono sicura che tornerò normale."
Bè, almeno non mi stava giurando falsamente fedeltà eterna. In un certo senso era da ammirare.
"Guarda Elena che io non avrò una pazienza infinita."
In pratica le stavo dicendo che qualche cornino me lo poteva anche mettere.
Scopammo ancora, poi ci addormentammo.
La mattina dopo ero pronto a tornare a casa, e lo riferii ad Elena, che mi espresse la sua gratitudine con un 'ti amo, ti amo, ti amo'.
Presi la mia roba ed insieme ci fermammo alla ricezione per pagare il conto.
C'era un bel po' di gente, altri due clienti davanti a me, alcuni inservienti, il portiere, ed il figlio del titolare dell'albergo, un uomo sui trent'anni circa che avevo conosciuto giorni prima.
Mentre aspettavamo il nostro turno, improvvisamente Elena cominciò a rovistare nelle sue tasche, poi trafelata: "Devo aver lasciato l'anello in camera. Intanto che tu paghi, io torno su a cercarlo."
"Ok, pago e ti aspetto in macchina."
Il figlio del titolare, che aveva sentito il dialogo, si offrì di accompagnarla perché, a suo dire, ormai stavano rifacendo la camera e potevano non farla entrare.
Lì per lì non collegai il ...